Il Pdl spera nel ribaltone e il Pd frana sotto il Vesuvio

L’imprenditore Lettieri lanciato nel ballottaggio contro l’ex pm De Magistris (Idv) Fuori Morcone: dopo 18 anni di malgoverno archiviata l’era Bassolino-Iervolino

Il Pdl spera nel ribaltone  
e il Pd frana sotto il Vesuvio

nostro inviato a Napoli

Vento forte di cambiamento, una mareggiata sul Golfo. Lettieri veleggia verso il 40 per cento, De Magistris galleggia tra il 26 e il 27, Morcone affoga a quota 20. La partita è aperta, e chi vince lo sapremo solo tra due settimane. Chi ha perso invece lo sappiamo già, è il Pd napoletano.
Più che una sconfitta, è una frana, un tracollo, una caduta verticale. Nel derby a sinistra, il prefetto Mario Morcone viene infatti sorpassato dall’ex magistrato dell’Italia dei valori. E, stando almeno alle proiezioni, toccherà proprio a Luigi De Magistris andare domenica 29 al ballottaggio contro Gianni Lettieri, ex presidente dell’Unione industriali, candidato del centrodestra. Tutti gli occhi adesso sono per Raimondo Pasquino, rettore di Salerno, che si è presentato nella file dell’Udc: a chi andrà il suo decisivo nove per cento?

«Andrà a noi. Non posso immaginare che consegnino la città a De Magistris. I napoletani non hanno bisogno di chi fa demagogia e usa la forca», Lettieri in tarda serata è sicuro. L’elezione al primo turno è sfumata, ma tra 14 giorni la conquista di Palazzo San Giacomo gli appare a portata di mano. «Abbiamo ottenuto un ottimo risultato, viste le posizioni di partenza. Ora mi rivolgerò a tutti i moderati e li convincerò ad appoggiarmi per cambiare Napoli. Preferisco avere De Magistris come avversario, così potrò rispondere con la progettualità del nostro programma alle sue demagogie. E non credo che il centrosinistra riesca a compattarsi». Resta l’incognita dell’astensionismo: a Napoli ha votato solo il sessanta per cento. «È una forma di protesta - spiega Lettieri -. Bisognerà convincerli che andare alle urne significa cambiare le cose».
Nel comitato Pdl di via Palepoli c’è un contenuto ottimismo. Nicola Casentino, coordinatore campano, è convinto che la terza città italiana passerà al centrodestra. «Siamo sopra il 40 per cento, è una performance assolutamente positiva. Ricordiamoci che cinque anni fa ci siamo fermati al 37, eravamo assieme all’Udc e il Fli non esisteva». Insomma, vittoria possibile.

«Sì - risponde Cosentino -. Abbiamo intercettato la voglia di cambiamento del nostro popolo. Chiederemo ai moderati seguirci in questa opera di rilancio». Si punta all’elettorato del professor Pasquino. Pasquino prende tempo: «Decideremo domani. Vogliamo una politica nuova».
Comunque vada, è la fine di un’epoca, il tramonto definitivo, dopo 18 anni, dell’esperienza Bassolino-Iervolino. Lo dice a chiare lettere pure Umberto Ranieri, responsabile per le Politiche del Mezzogiorno del Pd: «È inutile girarci intorno, questo voto è una critica per come è stata amministrata la città. Paghiamo errori, insufficienze e una certa debolezza nel capire i sentimenti della gente». Ma il sindaco uscente non ci sta. «Potevamo vincere anche stavolta, se solo fossimo riusciti a presentarci uniti». Rosetta se la prende con il partito: «Scarso entusiasmo, eccesso di personalismo». E attacca il prefetto: «Morcone? Non voglio sparare sulla croce rossa».
Lui, il prefetto, sconta colpe anche non sue. Ieri ha fatto un salto a Firenze, dal dentista, in treno si mostrava tranquillo, ma arrivato a Napoli ha visto i primi numeri e ha quasi rimpianto il trapano.

«Lo sapevo, serviva un miracolo per farcela». Lo hanno buttato in pista quasi all’ultimo momento, dopo il pasticcio delle primarie inquinate da brogli vari e cancellate dal Pd nazionale. Antonio Bassolino, dicono, ha remato contro, o almeno si è dimostrato molto freddo. Si è fatto vedere insieme al candidato solo nell’ultima settimana, quando lo accompagnato a Forcella dove nessuno sapeva chi fosse.

«Morcone chi?» è stato il refrain di tutta la campagna. Lo ammette pure Davide Foggia, responsabile enti locali del Pd. «Morcone è stato messo in campo non troppo tempo fa e quindi sconta il fatto di non essere conosciutissimo». E ora? Il Pd dovrà inseguire l’«estremista» De Magistris? «Ora lavoreremo per ricomporre il centrosinistra». Una catena di errori. «È inutile nasconderlo - dice Anna Finocchiaro -, a Napoli abbiamo sbagliato.

Marcone ha avuto molto coraggio ma il caos primarie ha pesato. De Magistris? Per forza, non vogliamo lasciare la città alla destra». Controvoglia, a bocca storta, ma tocca appoggiare l’ex pm: nemmeno per un moderato come Ranieri c’e altra scelta.

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