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«Peccato le cifre non siano uscite prima del voto»

«Nessun problema: chi paga non si deve vergognare di nulla». Luca Barbareschi, attore, produttore e ora deputato eletto con il Pdl, non si preoccupa che il suo 730 sia stato pubblicato su internet e sui giornali.
Il suo reddito è ormai pubblico. Infastidito?
«Non mi fa né caldo né freddo. Pago le tasse da sempre, un atto davvero rivoluzionario. Un anno le ho addirittura pagate sia in Italia sia negli Stati Uniti, per evitare grane. Non ho problemi: piuttosto li avrà chi dichiara così poco e ha un tenore di vita almeno dieci volte superiore».
Nessuna critica a Visco?
«Certo è stata una mossa a tradimento: avrebbe potuto pubblicare i redditi prima delle elezioni, così ci saremmo evitati tutti questi Soloni che poi intascano milioni di euro. E tutti avrebbero visto che chi guadagna di più sono quelli di sinistra».
È d’accordo con la pubblicazione?
«Non ho nulla in contrario che i redditi siano diffusi, ma non in modo così eclatante. Se una persona fa richiesta e mostra un documento d’identità ha diritto di vedere ciò che vuole; però è registrata, il fisco sa che cosa ha cercato. Altrimenti il rischio è che anche i delinquenti controllino i redditi. Per il resto, però, la trasparenza dev’essere assoluta».
Si è incuriosito? Ha sbirciato qualche 730?
«Più che altro mi sono stupito dei redditi molto bassi di alcuni personaggi: hanno dichiarato 40mila o 70mila euro, ma so che è impossibile. Ho fatto il produttore, so quello che guadagnano: mi chiedo come facciano a dichiarare così poco».
Pensa ai vip dello spettacolo?
«Non sono solo loro, però alcuni hanno ingaggi da 400mila euro, poi ne dichiarano dieci volte meno...».
La pubblicazione allora potrebbe servire contro gli evasori?
«I controlli incrociati sarebbero sufficienti.

Però le tasse devono pagarle tutti: basta che non siano folli e che, poi, i soldi non siano sprecati».

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