Politica

Pedofilia, il padre di Tommy patteggia condanna a 6 mesi

A Paolo Onofri furono sequestrati sul computer filmini compromettenti

Silvia Gilioli

da Parma

Paolo Onofri se la caverà con una condanna a sei mesi. Pena sospesa, dunque non finirà in carcere. Il padre del piccolo Tommaso, il bimbo rapito da tre persone e poi ucciso, all’inizio di marzo, si accinge a patteggiare, per l’accusa di possesso di materiale pedopornografico.
Il 10 marzo scorso, nel pieno delle indagini e delle ricerche di Tommy, che invece era già stato ammazzato, gli inquirenti trovarono un computer con materiale compromettente nella cantina di Onofri, in via Jacchia, nel centro di Parma. Centinaia di files con immagini hard, ma quelle davvero proibite, appunto perché ritraenti minori in atti sessuali, secondo Onofri erano alcune decine.
In quel momento si ipotizzò una pista legata alla pedofilia, per il rapimento, che lo stesso Onofri avesse un legame con i rapitori. Qualche settimana più tardi la scoperta della tragica verità: il padre di Tommy non aveva colpe, l’uccisione del bimbo di 17 mesi era slegata da quel suo «vizietto».
Onofri fu comunque iscritto nel registro degli indagati, la vicenda non poteva chiudersi senza alcun provvedimento. Neanche l’uccisione di Tommaso cancellava quell’illecito.
Ora l’avvocato Claudia Pezzoni ha raggiunto l’accordo per i sei mesi. È il pm Pietro Errede a essere competente per questo ramo dell’inchiesta, mentre dell’infanticidio si occupa la Dda di Bologna. A questo punto si attende solamente l’approvazione del giudice, che dovrebbe pronunciarsi entro fine mese.
«A Paolo Onofri - racconta il legale della famiglia - sono state riconosciute tutte le attenuanti. Ritiene accettabile questa pena, che ridimensiona molto, anche nei contenuti, il quadro delle accuse che gli erano state rivolte, soprattutto sui giornali e in televisione».


A distanza di quattro mesi e mezzo, il dolore per la sorte di Tommaso è ancora troppo forte, la famiglia Onofri non è in condizione di reggere il peso di un processo vero e proprio, il patteggiamento serve proprio a evitare questo.

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