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Pedofilia, il primate d’Irlanda verso le dimissioni

Mentre si attende la pubblicazione della lettera di Benedetto XVI ai cattolici d’Irlanda, con la quale il Papa manifesterà tutta la sua vicinanza ai fedeli e alla Chiesa ferita dagli abusi perpetrati dal clero e dai religiosi sui minori, lo scandalo investe direttamente il primate, il cardinale Sean Brady. Il capo della Chiesa cattolica irlandese ha infatti riconosciuto di essere stato presente, nel 1975, a un’udienza canonica a porte chiuse durante la quale venne chiesto a due bambini vittime di abusi sessuali di firmare sotto giuramento impegnandosi a non parlare con nessuno di quanto accaduto, ad eccezione di sacerdoti.
L’arcivescovo di Armagh nel dicembre scorso aveva dichiarato che avrebbe presentato le sue dimissioni se fosse stato dimostrato che la sua «inazione» avesse favorito il compiersi di nuovi abusi su bambini. Ora alcune associazioni irlandesi per la difesa delle vittime di abusi sessuali chiedono le sue dimissioni. Il cardinale, all’epoca sacerdote e segretario part time dell’arcivescovo di Kilmore, Francis McKiernan, da tempo scomparso, aveva partecipato nel 1975 a due riunioni durante le quali due bambini «hanno firmato impegni promettendo di rispettare la confidenzialità della raccolta d’informazioni». Si trattava di due vittime di padre Bendan Smyth, un prete che nonostante la sospensione dalle funzioni riuscì inspiegabilmente ad abusare di bambini fino al 1993. Arrestato e condannato a 12 anni, è morto in carcere a metà degli anni Novanta.
Intervistato da Bbc Radio Ulster, il porporato ha fatto presente di aver contribuito a raccogliere gli elementi necessari per arrivare a sospendere il prete pedofilo dall’attività pastorale. «Ora, col senno di poi - ha detto Brady - so che avrei dovuto fare di più. Credevo a quel tempo di fare ciò che mi era richiesto, e non solo, ma nel modo più efficiente. Ho agito con grande urgenza per ottenere quegli indizi e presentarli. Facendo così pensavo di seguire la via più efficace per fermare tutto questo. Questa è la mia preoccupazione e sempre lo è stata, quella dell’incolumità dei bambini».
Maeve Lewis, direttrice dell’associazione di difesa delle vittime «One in Four», insiste sulle dimissioni, perché, ha detto, «il cardinale Brady è il capo della Chiesa irlandese. Deve dare risposte a diversi scandali su abusi sessuali che sono emersi. Questa rivelazione toglie ogni credibilità al cardinale Brady che deve dimettersi». Ma il primate ha detto che si dimetterà «solo se a chiederglielo sarà il Santo Padre».

«Non c’è stata nessuna copertura - ha spiegato il primate -. Ho creduto a quelle persone». Va ricordato che all’epoca dei fatti l’attuale arcivescovo di Armagh era un semplice sacerdote e non rivestiva incarichi di responsabilità.

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