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Pedrosa dovrà battere Rossi per farsi perdonare da Hayden

Honda senza strategie: solo una doppietta a Valencia può ridarle il mondiale. E il gioco di squadra fa volare la Yamaha. Valentino: «Grazie Edwards»

Nanni Scaglia

da Estoril

L'ha combinata grossa e adesso ha una sola possibilità per riconquistare la completa fiducia della Hrc: a Valencia, Daniel Pedrosa deve arrivare davanti a Valentino Rossi e alle spalle di Nicky Hayden, sperando che il compagno di squadra sia in prima posizione. Solo così, con Hayden sul gradino più alto del podio e Rossi terzo, Nicky può vincere il mondiale e Daniel farsi perdonare quello che al momento appare invece come un errore irrimediabile. Così come lo è la scellerata strategia della Honda, che per battere Rossi ha puntato soprattutto sullo spagnolo, coccolandolo e assecondandolo oltre misura, finendo per spaccare lo spogliatoio, creando una inutile rivalità all'interno del box. Pur primo in campionato dalla terza gara, Hayden non è mai stato il punto di riferimento della Hrc e in Portogallo si è arrivati all'apoteosi dello sbaglio di strategia: con Nicky al comando con 12 punti di vantaggio su Rossi e Pedrosa, ancora in gioco matematicamente, ma staccato di 32 punti, alla Honda non sono stati capaci di imporre a Daniel di aiutare il compagno di squadra o, quanto meno, di non dargli fastidio. Così si è arrivati al paradosso che è stato proprio il cocco Pedrosa a buttare per terra il brutto anatroccolo Hayden, in un tentativo di sorpasso che a quel punto della gara, a soli cinque giri dal via, andava evitato assolutamente.
«La Honda - è la tesi di Carlo Pernat, oggi manager di Capirossi, ma in passato grande direttore sportivo di tante squadre e vincitore di numerosi titoli mondiali - doveva parlare prima con i suoi piloti. A Pedrosa darei sicuramente una grossa multa perché ha fatto perdere il titolo alla Hrc, ma l'errore originale è di chi decide le strategie. In Honda manca un responsabile ed è incredibile che la prima Casa motociclistica mondiale non ce l'abbia».
Adesso, perfino in Giappone hanno capito che sarà necessario fare gioco di squadra. «A Valencia - afferma Makoto Tanaka, invisibile team manager della Honda - andiamo per vincere con Nicky e fare secondo con Daniel e conquistare così il titolo mondiale». Sarebbe l'unico modo per ricompattare lo spogliatoio anche in vista della prossima stagione: Hayden e Pedrosa non sono mai andati troppo d'accordo e se Nicky non vincerà il titolo per l'incredibile errore di Daniel, nel 2007 sarà tutt'altro che semplice gestire il rapporto tra i due.
Dall'altra parte, invece, in Casa Yamaha, l'armonia regna totale. «La rimonta da -51 a +8 è stata possibile anche grazie al lavoro di tutta la squadra. E all'Estoril Colin (Edwards, ndr) mi ha aiutato: lo devo ringraziare» sono state le parole di Valentino Rossi dopo aver conquistato, per la prima volta nel 2006, la vetta della classifica. «Io se fossi stato in quel garage, un discorsetto a Pedrosa l'avrei fatto - commenta Davide Brivio, l'uomo che è stato capace di portare Rossi sulla M1 e di creare un clima di amicizia all'interno del box -. Colin, in Portogallo, quando era dietro a Valentino era ben consapevole di quale era la situazione, sapeva che non avrebbe dovuto attaccare. Dopo Laguna Seca, ci siamo scoraggiati per qualche giorno, poi, però, abbiamo reagito. La squadra è cresciuta molto a livello di gruppo, concentrazione, motivazione: siamo tutti uniti. Chi lavora per Edwards fa il tifo per Valentino, lo stesso Colin vuole vedere il compagno vincere il mondiale. È davvero una situazione magica, invidiabile».
Alla Honda dovrebbero meditare: checché ne dicano, nel motociclismo è ancora l'uomo a fare la differenza. Ma in Hrc continuano a costruire moto meravigliose, fregandosene completamente dell'aspetto umano.

Una presunzione tecnologica che rischia, per il terzo anno consecutivo, di essere sbugiardata da un grandissimo pilota e da un gruppo di persone straordinario.

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