Ieri in piazza Mazzini a Chiavari a chiudere la campagna elettorale. Tutti intorno a Giancarlo Pelizza, candidato sindaco del centro destra, l'uomo di Fi che ha messo d'accordo la coalizione e ha investito sul nuovo. Perché in squadra con lui ci sono quelli che con i governi passati non hanno mai spartito gli stracci, «persone nuove che possono davvero segnare la svolta per Chiavari. L'appello agli elettori si gioca qui». Stanco, ma tranquillo. Una campagna incalzante, mentre la scena se la contendono dieci candidati sindaci. Ironizza dicendo d'essere l'unico che non ha sgomitato per mettersi in pista. Il senso di questa sfida? «Una progettualità da offrire a Chiavari per il suo rilancio». Insiste sulla valenza politica di queste elezioni. Un no al governo nazionale e un no alla gestione amministrativa di Chiavari fino ad oggi. Il suo sogno? «Passare al primo turno», ma il candidato, da buon imprenditore, è realista: «La sfida è fra noi e la sinistra per arrivare al ballottaggio». Con Agostino. Che punta al tutto esaurito. Eppure c'è margine: «La scommessa è far capire che Agostino, dopo l'ultima amministrazione di sinistra, non è più la soluzione di tutti i mali. Diciamo basta a personaggi-simil-figurine interscambiabili. C'è bisogno di idee nuove veicolate da persone nuove».
Poi la significativa presenza di Sivio Berlusconi a Genova: «Il vento è cambiato, c'è aria di svolta e pare che Chiavari e Rapallo la stiano respirando. Consolidiamo il vantaggio e recuperiamo lo svantaggio. Genova e Provincia e Comuni saranno un vero test politico e un dato probante per la Liguria». Un passaggio sul programma improntato alla «visione d'insieme della città. Agostino interveniva per settori, gli ultimi amministratori giocavano su troppi tavoli e non concludevano niente. Il nostro obiettivo è schizzare un progetto complessivo. Allora sì che puoi parlare di rilancio per i prossimi vent'anni». Ancora strette di mano, affetto. Pelizza, consigliere provinciale uscente, ha masticato politica da sempre. Una garanzia di competenza che diventa esperienza assommata e rielaborata.
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