Pelliccioli e Gori, due bergamaschi a Novara

Gli esordi insieme in una piccola tv locale I dettagli delle nuove nozze

da Milano

Dalle tivù locali di Bergamo alla De Agostini: a più di 25 anni di distanza le strade di Lorenzo Pelliccioli, amministratore delegato del gruppo novarese, e di Giorgio Gori, fondatore e numero uno di Magnolia, tornano a incrociarsi. Allora, in una piccola emittente, Pelliccioli esordiva, o quasi, come manager; Gori sperimentava i primi programmi, a metà tra giornalismo ed entertainment. Più tardi, con la Retequattro di Mondadori, Pelliccioli entrerà nei giri che contano. E sarà lui a chiamare a Milano il concittadino, di nove anni più giovane (è del 1960). Poi, a lungo e senza mai perdersi davvero di vista, i due seguiranno strade diverse. Pelliccioli diventerà uno dei simboli della new economy, pilotando Seat Pagine Gialle tra bolle finanziarie e polemiche, in una navigazione che gli frutterà un incasso complessivo di oltre 160 miliardi di lire; Gori entrerà nell’empireo della tv italiana, gestendo per anni i palinsesti del Biscione, reggendo le sorti di Canale 5 e Italia 1.
Le nuove nozze ufficiali tra i due saranno celebrate domani. Il fidanzamento è stato lungo: le trattative si sono trascinate più di quanto desiderassero. Questione di soldi, a quanto pare: Gori avrebbe cercato di valorizzare al meglio i frutti di un investimento riuscito.
Fondata nel 2001, Magnolia (sede legale, ovviamente, a Bergamo) ha fatturato nell’ultimo bilancio di cui si hanno i dati, il 2005, circa 33 milioni di euro. Gli utili hanno superato i 2,4 milioni. Tra i format di maggior successo e prodotti in Italia c’è «L’isola dei famosi». Due anni fa l’apertura di una filiale spagnola, che in poco tempo è diventata fornitrice di tutti i maggiori network tv iberici, tra cui Antena 3 della De Agostini e Telecinco di Mediaset.
Della società Gori ha direttamente il 47,71%. Un’altra quota del 9,83% fa capo alla Blu Below, controllata dal pubblicitario Marco Benatti e in cui Gori ha il 48%. In Magnolia altri azionisti di rilievo sono Ilaria Della Tana (ha il 13,64%) e Francesca Canetta (al 6,37%), collaboratrici di Gori già ai tempi delle tv Mediaset, che lo hanno seguito nell’avventura. Una partecipazione del 4,55% fa capo anche al papà delle Iene, Davide Parenti.
Quanto al prezzo pagato dalla De Agostini, ancora non si conosce. Di sicuro non sarà tale da mettere in difficoltà le capaci casse del gruppo novarese. Dopo la vendita del gruppo assicurativo Toro alle Generali, alla società guidata da Pelliccioli e dal presidente Marco Drago si attribuiva liquidità per 1,7 miliardi.

L’Opa sulla Cdb di Carlo De Benedetti (costo massimo previsto 300 milioni), destinata a diventare la gamba finanziaria del gruppo, non ha inciso più di tanto. Un’altra quota, ma non si sa quanto è costata, è finita in azioni Generali. Novara ha annunciato in dicembre di controllare il 2% della compagnia: un pacchetto che vale più di 800 milioni.

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