Cè lAra Pacis, ci sono i palazzi che si affacciano sulla fontana di Trevi, quelli del rione Prati, i vicoli di Borgo Pio, il Cupolone e il variegato Campo de Fiori: cè molta Roma, insomma, nella mostra «S.P.Q.R.» di Giusy Lauriola allo studio Mo.ca. Una personale che definire «fotografica» è riduttivo: si tratta di immagini rielaborate al computer o con i colori a olio, sistemate in teche di plexiglas in gruppi di cinque o più scatti. «Il bello è mettere a confronto lantico e il moderno della Capitale - racconta la giovane artista romana -. In fondo, la mia attività è ben rappresentata dal monumento dellAra Pacis: non esprimo giudizi di valore sullarchitettura di Meier, ma anchio chiudo scorci di Roma antica in teche che, piegate, sono come scatole aperte il cui coperchio, appunto, è costituito dalle foto digitali».
Un vivo amore per il colore e per la realtà emerge dalle teche con impresse le fotografie, nelle quali la città secolare, con i suoi simboli cristiani e pagani e i tramonti che tingono di rosso le cupole e lacqua delle fontane, è osservata secondo la prospettiva contemporanea e il filtro di una tecnica mista.
«Uso la fotografia - aggiunge lartista - come fosse una pennellata e unisco la percezione fotografica con quella pittorica». In «S.P.Q.R.» sono molte le vedute di Roma, poche le persone immortalate, tra cui la donna senza volto di «Roma». Nel suo percorso artistico, Lauriola (che racconta di aver avuto maestri della scuola di Gildo Fattori e di aver studiato le tecniche di «velatura» e liper-realismo dei fiamminghi) si è occupata anche di argomenti di carattere sociale, dalla fame nel mondo al consumismo, ad esempio nella personale «Ciò che vuoi è ciò di cui hai bisogno?» (2006).
«S.P.Q.R.», studio Mo.ca., piazza degli Zingari 1, fino al 23 febbraio (dal lunedì al venerdì ore 11-13 e 16.30-20, sabato ore 11-13). Info: 06.4742764.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.