Alexa Glatch a 20 anni è nelletà dello stupore: «In realtà mi aspettavo un po più di pubblico per una finale». Lo dice subito dopo aver perso 6-3, 6-1 da Flavia Pennetta e ben sapendo che per gli Usa questanno la Fed Cup rimarrà una bella cartolina. Però, in effetti, pensandoci bene, forse è lunico motivo per dire che ieri a Reggio Calabria le cose non sono andate tutte nel verso giusto: perché il 2-0 con cui lItalia comanda dopo la prima giornata è sinonimo di trionfo.
Prima Flavia dunque, poi Francesca Schiavone 7-6, 6-2 alla più temibile Oudin, per un risultato che sembrava scritto fin dalla vigilia, visto che le sorelle Williams sono rimaste davanti alla tv. La capitana americana Mary Jo Fernandez continuava a sostenere che questa era la migliore squadra possibile, ma davanti alle nostre due primedonne cera poco da fare già prima di scendere in campo. Sicura la Pennetta dal 4-3 del primo set in poi («È difficile entrare in campo da favoriti, però dal 3-1 del secondo set mi sono pure divertita»), bene Francesca dopo linterruzione per pioggia sul 2-4 per lavversaria: tornate a giocare, non cè stata più partita. Con la Schiavone che ha festeggiato andando ad abbracciare il capitano Barazzutti e le compagne in panchina: «Non ho giocato troppo bene, ma limportante è vincere. Amo sapere che qualcuno mi vuole bene, che mi prende per quello che sono. I genitori, mamma e papà, sono speciali, un po per tutti certo. Ma io ho 29 anni, posso apprezzare ancora di più certe cose».
Oggi si riprende con Pennetta-Oudin alle 11 (poi Schiavone-Glatch e il doppio), sempre confinate sul satellite dalla Rai che non perde occasione per dimostrare di non capire il senso dellevento.
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