Claudia B. Solimei
da Bologna
«Lho uccisa, ho ucciso mia nuora. Sono stato io, lei non voleva tornare con mio figlio, non ce la facevo più».
Il tempo di costituirsi e confessare ai carabinieri il delitto appena compiuto, frutto di un raptus omicida, e Bruno Visani, 72 anni, pensionato, sofferente di problemi di respirazione, si è sentito male. Ora si trova ricoverato al policlinico universitario Sant'Orsola di Bologna, piantonato in stato di arresto con l'accusa di omicidio volontario. E una famiglia è distrutta. La vittima, strangolata nella sua casa dopo una furiosa lite, l'ultima di una lunga serie, è infatti la ex moglie del figlio, Giuseppina Farmar Filippi, 40 anni, originaria della Svizzera ma da tempo residente a Castel San Pietro, grosso paese termale a 16 chilometri da Bologna, lungo la via Emilia verso Imola.
Da tre anni la donna si era separata dal marito, il figlio dell'omicida, e da allora i rapporti con il suocero si erano fatti tempestosi anche a causa di problemi di natura economica, che Visani imputava proprio a lei, e nonostante la presenza di una nipote, una bambina di sette anni. La vittima non aveva unoccupazione fissa, lavorava saltuariamente come operaia, mentre lex marito è titolare di una impresa di pulizie. Un contesto familiare non certo agiato, dunque, che aveva esasperato la situazione dopo la separazione dei due coniugi. E aveva portato il suocero a odiare lormai ex nuora.
Secondo i primi riscontri raccolti dai carabinieri che, coordinati dal pubblico ministero di Bologna Flavio Lazzarini, hanno interrogato lex marito e anche i vicini della donna, testimoni in passato di altri litigi e diverbi tra la Filippi e il suocero, sono stati proprio questi dissapori, covati per tanto tempo, a fare esplodere limprovvisa furia omicida del pensionato.
La tragedia si è consumata ieri mattina, dopo che lex marito, come tutte le domeniche, a casa della sua ex per accompagnare la figlia di sette anni alla messa nella parrocchia vicino alla villetta in cui la donna viveva anche dopo la separazione. Erano circa le otto e mezza. Poco dopo, invece, è stato il suocero a presentarsi a casa della nuora, chiedendo di portare via del materiale, alcuni sacchi di sabbia, che gli appartenevano. Ma presto lincontro è degenerato: lui ha tentato di convincerla a rimettersi con il figlio, a riappacificarsi una volta per tutte, illudendosi forse così di risolvere anche i problemi economici dellintera famiglia. Lei, esasperata, gli ha intimato di andarsene, di lasciarla in pace e di non mettere più piede in quella casa. La discussione si è trasformata in una lite e poi in una violenta colluttazione tra i due, al culmine della quale Visani ha preso la donna per il collo e ha cominciato a stringere, furiosamente, accecato dalla rabbia e dallodio accumulati in quegli ultimi tre anni. Inutile il tentativo disperato della nuora che si è difesa, graffiandolo sulle braccia e tirando pugni. Lagonia è durata pochi minuti, poi è calato il silenzio. Lei, a terra, morta. Il suocero, sconvolto e sotto choc, è uscito dalla casa per costituirsi immediatamente alla stazione dei carabinieri di Castel San Pietro, e ha confessato quello che era successo. Poco dopo si è sentito male.
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