Il pentimento di Gino: «Usato da chi vuole attaccare Berlusconi»

MilanoA mezzogiorno di sabato, Gino Flaminio bussa alla sede dell Mattino, lo storico quotidiano di Napoli e consegna una lettera in cui cerca di smarcarsi da Noemi e da una storia che l’ha travolto. Il giovane, accompagnato dal padre Antonio, si ferma a parlare con i redattori del giornale diretto da Mario Orfeo, aggiunge altri concetti, spiega, dettaglia. Alla fine gli viene riletto il testo che ieri i lettori hanno trovato in pagina. «Cara Noemi», è l’incipit, lo stesso che anche il Corriere della sera esibisce in prima pagina. Ma se si va avanti a scorrere le due missive, si vedrà che prendono strade diverse: quella del Mattino è più ricca e articolata. «Col Mattino - spiega lui ora al Giornale - ho avuto l’opportunità di discutere e aggiungere a voce altre frasi».
Frasi molto importanti, perché il ragazzo ora ingrana la retromarcia. E in qualche modo dà ragione a Elio Letizia, il papà di Noemi. «Devo farti una premessa - attacca Gino rivolgendosi sempre alla sua ex fidanzata - nel video realizzato dai giornalisti di Repubblica, che mi hanno cercato per chiedermi di te e della nostra storia d’amore, ho detto la verità, ma non ho diffamato nessuno. In quel video ho raccontato solo delle telefonate che hai ricevuto dal presidente del consiglio Berlusconi. Ma non so, né potevo sapere, se la tua famiglia aveva già avuto contatti, in precedenza, con il presidente del consiglio». Dunque, ora Gino ammette quel che prima sembrava negare: la famiglia Letizia coltivava un rapporto con il premier da alcuni anni. Insomma, Berlusconi non avrebbe fatto irruzione nella vita di Noemi nell’autunno del 2008, come raccontato da Gino a Repubblica. Ora anche l’ex ritiene possibile che possa esserci un rapporto consolidato, anteriore alla telefonata in cui Silvio avrebbe detto a Noemi come fosse «angelico» il suo viso e «puro» il suo sguardo. Solo che lui non ne era stato informato. Tutto qua.
Un cambiamento di rotta che papà Letizia coglie immediatamente. «Ha visto? - dice al Giornale - ora si comincia a riconoscere che quel che io affermo è la verità. Io ho incontrato Berlusconi nel 1990, poi ci siamo rivisti nel 2001 e da allora l’amicizia fra lui e la nostra famiglia è cresciuta».
Il supertestimone che avrebbe inchiodato Berlusconi alle sue bugie vacilla. Arretra. Fa dietrofront. E vuole scendere dal palcoscenico che, evidentemente, non fa per lui: prima era emersa una macchia, pesante come una condanna a 2 anni e mezzo per rapina, nel suo curriculum; poi, la credibilità di Gino aveva ricevuto un altro colpo quando aveva cercato di contrattare, senza successo, un’intervista al Giornale, accontentandosi di 500 euro «per il disturbo».
Ora, l’operaio napoletano, sempre scortato dal padre Antonio, cerca di mettersi al riparo. E vuol trovare una via d’uscita. «Io sono stato usato, massacrato, messo in mezzo - si sfoga col Giornale - Berlusconi è la mia bandiera, i rapporti fra la famiglia Letizia e il presidente del consiglio sono fatti loro e io non li conosco, l’importante è che il Cavaliere continui a governare come ha fatto finora. Possono mettere in giro tutte le cattiverie di questo mondo su di lui, ma non possono impedirgli di fare il bene del Paese».
Dunque, l’uomo che avrebbe smentito il Cavaliere è un fan sfegatato del Cavaliere. E si abbandona col Mattino a lodi sperticate, quasi imbarazzanti, del presidente del consiglio: «Ora apro gli occhi e riesco a capire tutto. Le mie parole sono state strumentalizzare da qualcuno che non potendo attaccare l’uomo del popolo - così io chiamo il presidente - per il suo lavoro, usa l’arma del gossip, del pettegolezzo».
Ma non c’è solo questo. Nel biglietto consegnato al giornale campano, Gino cerca anche di ricucire lo strappo con Noemi. Non si tratta di riconquistare la sua ex, che ormai ha preso un’altra strada, ma di chiudere onorevolmente quella relazione. E Gino vuol trovare un finale meno amaro, decoroso: «L’unico rammarico: la nostra ultima telefonata, quella del gennaio scorso, nella quale ci siamo rinfacciati a vicenda di meritare di più. Quell’ultima burrascosa telefonata potevamo evitarla. Ma la nostra storia non è finita per colpa di Berlusconi o di chiunque altro. È finita quando ci siamo accorti di non essere fatti l’uno per l’altra».


E così, fra autocritiche e lacrime di rimpianto, Gino vuol restituire il cerino a chi gliel’ha messo in mano. La stagione degli scoop è finita. Meglio l’anonimato. Ma fino a un certo punto. Il 4 giugno Novella 2000 pubblicherà ben diciotto pagine dedicate a Gino, alla sua love story con Noemi. E alla sua nuova fiamma Manuela.

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