Perchè il deb Villas Boas comincia a esserci tremendamente simpatico

L'ex allievo di Josè Mourinho si è presentato al Chelsea e si è subito proposto come l'anti Mou: niente special one, ma the group one aggiungendo al risultato anche il bel gioco. Al suo fianco un italiano, Roberto Di Matteo che ha già vestito la casacca dei Blues

In certi casi è meglio dichiararsi subito. Nel caso di Andrè Villas Boas, 33 anni, portoghese, un tempo allievo di Josè Mourinho e adesso invece tecnico chiamato da Abramovich per rimpiazzare Ancelotti alla guida del chelsea dopo i successi col Porto, dobbiamo ammettere: ci sta fortemente simpatico. Ci sta simpatico perchè ha avuto il coraggio, poco più che trentenne, quando i nostri "bamboccioni" non si staccano da mamma e papà e nemmeno dalle loro paghette, di staccarsi da Mourinho tentando l'avventura sulla panchina in prima persona. Ci sta tremendamente simpatico perchè ha saputo persino sfidare l'ira del suo maestro pur di andare incontro al brivido del fare.
Ci sta proprio simpatico Villas Boas perchè nel giorno della sua presentazione a Londra ha capovolto il vocabolario di Mourinho e ha riscritto il nuovo copione calcistico del Chelsea. Primo: vincere. Secondo: fare bel calcio. É una riedizione del collaudato "vincere e convincere" di berlusconiana memoria inaugurato nell'estate dell'87 a Pomerio, durante una famosa e storica convention del Milan.
Per sua stessa ammissione, il tecnico portoghese giovanissimo ha sostenuto che alla base di tutto dev'esserci il gruppo. «Io sono solo un ragazzo» ha spiegato e sottolineato con una umiltà degna di miglior causa.

«In Premier si segnano molti gol, il calcio dovrebbe divertire i tifosi ed è quello che cercheremo di fare» è stato il passaggio successivo che sta alla base della sua missione e della sua filosofia.
Anche se ha soffiato il posto al nostro diletto Ancelotti, seguiremo il suo lavoro e il Chelsea con grande attenzione. Perchè ci piacerebbe scoprire che esiste un altro anti-Mou in giro per la vecchia Europa.

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