Cronaca locale

«Perchè le foglie sono suoni»: ricordo di Scelsi

Prosegue al Padiglione d’Arte Contemporanea la rassegna Pac in concerto – l’ evento musicale abbinato alla mostra «Arte, Religione e Politica. Incontri ravvicinati dai cinque continenti» – che questa sera proporrà il concerto Perché le foglie sono suoni: un tempo per Scelsi, omaggio a Giacinto Scelsi (nel centenario della nascita), ai più noto come grande compositore contemporaneo ma in realtà anche poeta e letterato. Sul palco, in un passaggio di testimone tra parole e musica, si esibiranno Silvia Schiavoni, che leggerà poesie e scritti di Scelsi, Giancarlo Schiaffini al trombone e Walter Prati, ideatore e promotore del concerto-spettacolo, al violoncello. Lo spettacolo arriva a Milano dopo essere stato presentato lo lo scorso giugno a Toronto e a San Francisco, e nel prossimo autunno verrà proposto a Roma proprio in occasione delle celebrazioni promosse dalla Fondazione Scelsi.
Giacinto Scelsi compositore e poeta, un artista a «tutto tondo» che amava mischiare due generi per creare un’unica «espressione artistica»?
«Esattamente – spiega Walter Prati -, forse Scelsi è più conosciuto come compositore del dopoguerra, ma in realtà fu anche poeta, e i suoi scritti si muovevano nella stessa direzione della sua musica. Forse i testi sono meno noti perché sono stati pubblicati in gran parte in francese, ma è affascinante ascoltare quelle parole accompagnate dalla sua musica».
Quest’anno ricorre il centenario della sua nascita, ma sono anche altre le ragioni che l’hanno spinta verso la scelta di un omaggio a Scelsi?
«Il tema della mostra al Pac riguardava Arte, Religione e Politica: la musica e le parole di Scelsi sono pura espressione di spiritualità. Ho deciso di portare in scena una visione della religione lontana dalle «teorie ufficiali», più vicina all’interiorità dell’uomo. Scelsi era legato al cattolicesimo, ma al contempo era ricco di spiritualità orientale: la sua musica e le poesie rispecchiano questo lato.

Anche la scelta di inserire brani dal Laudario di Cortona verte verso questa concezione di «religione», visto che anche questa musica rispecchiava una religiosità ed una musica di tipo popolare lontana da quella liturgica».

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