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Perchè la riduzione della squalifica di Ibra rappresenta un'altra ingiustizia

Allo svedese è stato applicato dalla Corte federale lo stesso sconto (da 3 a 2 turni di squalifica) concesso al laziale Radu, autore, alla fine del derby di Roma, di una testata nei confronti del romanista Semplicio. La decisione ha fatto montare l'ira di Galliani e del Milan

A Zlatan Ibrahimovic è stato accordato uno sconto. Non dovrà saltare 3 turni, come deciso in un primo tempo dal giudice sportivo, ma potrà rientrare in campionato nella giornata successiva al derby, a Firenze perciò. Tutti contenti? Neanche per idea. E i motivi sono almeno due. Il primo è il seguente. Si è capito che a indurre in errore il giudice sportivo è stato ancora una volta l'arbitro Brighi, al quale, fu richiesto un supplemento di referto a causa dell'evidente disparità riscontrata tra le immagini filmate dell'episodio e il racconto steso dall'arbitro romagnolo e spedito al giudice sportivo prima che adottasse la sanzione. «Tengo a precisare che durante il contrasto tra Ibrahimovic e Rossi, il pallone schizzava a circa tre metri dai calciatori stessi e inm gioco, ma non più a distanza di gioco...» ha chiarito Brighi: cioè ha calcato la mano, misurando addirittura la distanza tra la coppia dei giocatori e il pallone, in modo da evitare che quel gesto di Ibra non potesse essere scambiato come un tentativo per tornare in possesso del pallone.
La corte federale ha accolto parzialmente la tesi dell'avvocato Cantamessa e ha di fatto smentito l'arbitro stesso che aveva calcato la mano nel supplemento. Ma l'ira del Milan e del suo vice-presidente Galliani è montata appena le agenzie hanno battuto un altro provvedimento e cioè lo sconto, della stessa entità, da 3 a 2 turni, nei confronti di Radu, autore di una testata, a gioco fermo, nei confronti del romanista Simplicio.

Il gesto di Radu vale quello di Ibra, manata al costato? Se è questa la nuova giustizia del calcio italiano, allora viva calciopoli.

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