Perché Sheva è scontento ma non torna

Di cosa han parlato domenica notte, a Londra, Galliani e Shevchenko? Le indiscrezioni si sprecano ma non colgono nel segno, disegnano scenari fantasiosi e poco vicini alla realtà. Perché a tavola, nel cuore della notte, e nei dintorni della festa di compleanno organizzata dall’asso ucraino appena sbarcato a Londra, si è parlato di calcio e di gol, di Milan e di Chelsea ma non di contratti futuri e neanche di calcio-mercato. E non solo perché è impensabile che alle attuali condizioni economiche (45 milioni di euro la cessione del cartellino, stipendio 2-3 volte quello percepito a Milanello) Shevchenko possa tornare al Milan ma anche per questioni di opportunità ed eleganza oltre che di rapporti diplomatici tra i due club. Alla cena infatti, oltre a Galliani e Braida, a Leonardo e Seedorf, in rappresentanza dei rossoneri, si è presentato anche Abramovich, il presidente del Chelsea che considera l’acquisto di Sheva il suo fiore all’occhiello. Di sicuro Shevchenko, al Chelsea, non è contento. Sheva non si è ancora inserito anche se al tavolo sono arrivati Lampard e Ballack, due dei più importanti esponenti dello squadrone londinese.
Sheva ha problemi con la preparazione, con il calcio confezionato da Mourinho e il fatto di restare a secco lo deprime anche se nelle dichiarazioni ufficiali sentirete altri giudizi, altri commenti, altri stati d’animo. La verità è che ormai Shevchenko è andato a Londra e non è più possibile tornare indietro, prigioniero come si ritrova di un contratto faraonico oltre che della sua famiglia.

Già perché la moglie Kristel, in attesa del secondogenito, pensa di potersi inserire alla perfezione nel circuito della moda della capitale inglese. Ultimi particolari: Sheva ha già comprato casa a Londra e da ucraino, quindi extracomunitario, non può tornare nel Milan.

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