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Perché tutti non arbitrano come Rizzoli?

Il migliore in campo di Inter-Juventus non è stato Ibrahimovic e neppure Muntari, ma l’arbitro Rizzoli che ha diretto all’inglese fischiando il giusto e comunque mai perdendo di vista il controllo del gioco. Il suo metro è apparso quello giusto con pochi ma appropriati fischi, quanto serviva per punire il gioco davvero duro, non i contatti di lieve entità. Ne è scaturita una prestazione impeccabile e godibile, tradita solo da un paio di sviste dei suoi collaboratori sul fuorigioco, che ha contribuito a fare del «derby d’Italia» un rassicurante spot sullo stato di salute del calcio italiano. E pensare che il biondino, nato 37 anni fa a Mirandola in provincia di Modena, di professione architetto, non era uscito benissimo dalla sua ultima interpretazione. Ricordate l’affrettata espulsione di Nocerino in Torino-Palermo? Collina ha vinto un’altra scommessa dopo aver fatto centro con la doppia designazione di Rocchi nella precedente giornata. A lui si deve la risurrezione di Rizzoli dopo i pasticci dello scorso campionato. Nel raduno estivo il designatore aveva capito che si poteva fidare di lui.

E, alla prima di campionato, ha interrotto il suo esilio dalla Serie A che durava dal 13 aprile. In quella maledetta domenica Rizzoli si era fatto mandare a quel paese da Totti senza colpo ferire. Un secolo fa. Di lui adesso si dice che allo stadio Meazza ha dimostrato come si deve arbitrare.

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