Cristiano fondamentalista? Macché: massone entusiasta. Nazista antisemita? Al contrario: sostenitore d’Israele.
L’ideologia dell’attentatore di Oslo Anders Behring Breivik è 
complicata, ma è esposta in dettaglio in un libro enorme, «2083 - Una 
dichiarazione d’indipendenza europea», inviato a una serie di persone il
22 luglio, a poche ore dalla strage, e postato su Internet il 23 luglio
da Kevin Slaughter, un membro della Chiesa di Satana californiana che 
ha in Scandinavia oggi il maggior numero dei suoi adepti.
La 
dominante del libro è l’odio per i musulmani e gli immigrati e 
l’entusiasmo per gli ebrei che - secondo una vecchia teoria ottocentesca
- sarebbero etnicamente affini ai popoli del Nord Europa. Breivik 
afferma di avere fondato nel 2002 con altri a Londra un ordine 
neo-templare, i Poveri Commilitoni di Cristo 
del Tempio di Salomone (PCCTS), ispirato ai gradi «templari» della 
massoneria - un’organizzazione di cui fa parte e di cui loda il «ruolo 
essenziale» - e aperto a tutti coloro, atei compresi, che riconoscono 
l’importanza dell’identità cristiana dell’Europa. Breivik si definisce 
«cristiano culturale», ma il suo autore preferito è il blogger norvegese
anti-islamico Fjordman, di cui cita uno scritto secondo cui dopo il 
Medioevo il cristianesimo - i cui unici aspetti positivi erano di 
origine pagana - è diventato per l’Europa «una minaccia peggiore del 
marxismo».
Breivik, figlio di genitori agnostici, ha scelto a 
quindici anni di essere battezzato e cresimato nella Chiesa Luterana 
Norvegese, ma in seguito si è convinto che le chiese protestanti si sono
vendute alla causa dell’immigrazione. Propone quindi che spariscano 
fondendosi nella Chiesa Cattolica, che almeno ha conservato un minimo 
d’identità. Roma però sarà solo una tappa 
intermedia, perché anche il Papa ha tradito dialogando con i musulmani. 
Il terrorista minaccia direttamente Benedetto XVI, di cui scrive che «ha
abbandonato il cristianesimo e i cristiani europei e dev’essere 
considerato un Papa codardo, incompetente, corrotto e illegittimo».
Prese le necessarie misure contro il Papa, vaneggia Breivik, si potrà 
convocare un «Grande Congresso Cristiano Europeo» da cui nascerà una 
nuova «Chiesa Europea» identitaria e anti-islamica.
Se qualcuno si 
opporrà, ci penseranno i «giustizieri templari» di Breivik , con 
«attacchi shock di cellule clandestine», scatenando «gruppi di individui
che usano il terrore»: gruppi piccoli, anche di una o due persone. 
Breivik, che conclude la stesura del libro a ventiquattro ore 
dall’attentato, è consapevole che questi attacchi trasformeranno coloro 
che li compiranno in terroristi odiati da tutti: ma si tratterà di una 
forma di «martirio templare» che risveglierà le coscienze.
L’Italia cattolica, che non fa abbastanza contro l’islam, è un 
obiettivo diretto di Breivik: sono segnalati in particolare quattro 
partiti italiani (PDL, PD, IDV, UDC) che boicotterebbero in modo diverso
la guerra all’immigrazione. In Italia ci sarebbero sessantamila 
«traditori» da colpire, anche attraverso attacchi alle raffinerie per 
sconvolgere l’assetto energetico italiano. Sedici raffinerie italiane, 
da Trecate (Novara) a Milazzo, sono indicate come obiettivi strategici. 
Breivik ha studiato anche La Destra e la Lega Nord ma li liquida come 
gruppi troppo moderati, dunque «controproducenti».
Rimane da capire 
se Breivik è un isolato o se esiste davvero il suo movimento di 
«giustizieri templari», che secondo lui sarebbe stato addestrato in 
Liberia da estremisti serbi vicini a Karadzic fuggiti in Africa. Nel 
secondo caso, anche l’Italia ha di che preoccuparsi.