Perde al gioco e «rapisce» la slot machine

L’altra sera tre albanesi picchiati a sangue. La notte della Befana una colombiana accoltellata al polmone all'«All In» di via Sampierdarena. Ieri un altro immigrato (tunisino) stato sfregiato al volto da due connazionali in un bar di via Cantore. Extracomunitari pericolosi e violenti. La delegazione del ponente genovese è sempre più insicura.
Il Comune della Solidarietà disincentiva e si schiera contro le ronde legali e pacifiche dei volontari. Tursi non cancella le scritte contro alpini e «sbirri», ma spende i 68mila euro di Tremonti e Maroni per le «macchinine dei puffi» per combattere la criminalità. «Basta spot pubblicitari, a Genova occorrono scelte concrete - dice Matteo Bianchi del sindacato di polizia Coisp -. Non c’è affatto da scherzare con l'escalation di violenza che continua a coinvolgere il centro ovest della città, in particolare il quartiere di Sampierdarena, senza dimenticare il centro storico. Riteniamo necessario coinvolgere altre figure specialistiche, nello specifico pure i reparti inquadrati delle forze dell'ordine. È indispensabile l'utilizzo di questi contingenti specializzati nell'ordine pubblico nelle aree interessate da criticità. A pagare sono sempre i contribuenti inermi, i quali non chiedono altro che Sicurezza».
«Chiudere il circolo All In e presidiare il territorio - dice il capogruppo municipale della Lega Nord Davide Rossi - più che in Blu Area e autovelox, investire in illuminazione e socialità positiva, creare un centro di identificazione e di espulsione, fare controlli per night club e attività commerciali a rischio. I genovesi onesti avevano segnalato più volte l'All In all'assessore Scidone, ma è rimasto aperto.

Così come resta aperto il centro sociale Zapata. La giunta Vincenzi è incompetente, tacitamente complice e corresponsabile dell'incremento della reale percezione dell'insicurezza nella città che, di fatto, è più insicura che mai».

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