Perizia fotografica per il giallo dei bulgari a piazza San Pietro

Si stabilirà chi fosse l’uomo sospetto quel giorno in Vaticano

Claudia Passa

da Roma

Si riapre il caso del misterioso personaggio fotografato accanto all’auto del Papa subito dopo l’attentato del 13 maggio 1981. Sarà infatti una perizia antropometrica a stabilire se quel signore coi baffi e occhiali che guarda Giovanni Paolo II accasciarsi sul sedile è davvero Sergej Antonov, il funzionario bulgaro della Balkan Air incriminato e poi assolto per insufficienza di prove.
A far luce su una traccia che secondo alcuni investigatori avrebbe potuto rivelarsi decisiva, e che secondo le recenti ricostruzioni dei magistrati che si occuparono del caso non è stata mai chiarita fino in fondo, ci penserà la commissione d’inchiesta sul dossier Mitrokhin allertata dal capogruppo di An, Enzo Fragalà, che proprio nella sede dell’organismo bicamerale ha depositato una prima documentazione fotografica sull’argomento. Al di là dello studio e della comparazione delle varie immagini scattate all’epoca, la commissione presieduta da Paolo Guzzanti dovrà verificare quanto negli anni dell’istruttoria e del dibattimento non è stato approfondito. Il giallo delle foto si rifà alle prime dichiarazioni dell’attentatore, Ali Agca, che posizionano Antonov in piazza San Pietro, presenza però smentita dallo stesso Antonov e da una serie di colleghi di lavoro portati in aula dall’avvocato del funzionario bulgaro, Giuseppe Consolo (oggi senatore di An). Quando nell’inchiesta fanno ingresso le fotografie, si scatena il finimondo: la somiglianza è impressionante, un settimanale scrive che quell’uomo in realtà è un turista americano di origini ungheresi, la polizia negherà che sia mai stato identificato. Se per i magistrati i testi a favore di Antonov si contraddicono, la pietra tombale sul giallo la metterà il turco Agca, che smentirà se stesso e scagionerà di fatto Antonov. Durante l’udienza del 13 giugno 1985 Agca afferma senza timore di smentita sostiene che l’uomo ritratto nella istantanea è Antonov: «In questa foto c’è un bulgaro», e cerchiando un volto con la matita rossa aggiunge: «È Antonov!». Severino Santiapichi, presidente della Corte d’Assise, fa riascoltare la registrazione all’avvocato Consolo: «Sì, mi sembra, al 90%, forse...» dice Agca. Che poco dopo, incalzato da Consolo, balbetta qualcosa e fa parziale dietrofront: «È possibile che anch’io faccia qualche errore, che mi confonda a volte...».
«Su quella foto – ammette oggi il giudice Martella – si fecero degli accertamenti che portarono ad una valutazione negativa, ma devo dire che c’è una notevole somiglianza...». Lo stesso giudice Santiapichi al Giornale ricorda che in dibattimento «non furono svolti accertamenti su quelle foto. La questione era stata chiusa in istruttoria, perché alla fine Agca aveva collocato Antonov in una posizione diversa», fuori dal colonnato di piazza San Pietro, dentro una macchina parcheggiata per la fuga.

Anche il giudice Marini, che al processo per l’attentato al Papa sosteneva l’accusa, qualche dubbio mostra di averlo ancora: «Purtroppo le cose sono andate così - ha detto in Commissione Mitrokhin il 14 giugno scorso - la Corte non ha creduto alla somiglianza della foto anche perché Agca cambiava continuamente versione su tutto, compreso Antonov. Io sono stato polemico con i giudici. Resta il fatto che quella foto è impressionante».

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