Luca Russo
A volte ritornano, a volte e per la precisione ogni dieci anni. Sembra essere questo il destino di Attilio Perotti che da ieri è ufficialmente il nuovo allenatore del Genoa dopo l'esonero di Giovanni Vavassori. Rieccolo dopo l'esperienza del 1986 culminata con lo spareggio di Modena e dopo il bel campionato della stagione 96-97 finita malamente a Ravenna. Rieccolo con la determinazione di chi vuole mettere la firma su una stagione che si può ancora recuperare. «Dove ci eravamo lasciati? Ah sì, Ravenna, ce l'ho ancora qui - esordisce in sala stampa a Villa Rostan dopo aver incontrato la squadra - Intanto ringrazio Vavassori per avermi passato la squadra in testa alla classifica e in buone condizioni fisiche. Ha lavorato bene e mi ha lasciato questa opportunità. Sono molto contento di tornare in una grande società, al di là delle categorie di appartenenza. L'unica che mi potesse far venire la voglia di vestire ancora i panni di allenatore».
Ed ecco la linea da seguire. «Ci aspettano dieci partite, per meglio dire dieci spareggi - dichiara il neo allenatore rossoblù - La mia intenzione è quella di riportare il Genoa là dove merita, facendo logicamente le cose per gradi. Per me è un grandissimo onore essere stato richiamato. E' indubbio che la squadra abbia avuto una flessione nell'ultimo periodo. Per questo la prima cosa è cercare di ridare ai giocatori l'intensità, insieme a una buona dose di autostima».
Poi le indicazioni tattiche. «Non lavoreremo su un'unica soluzione, ma almeno su due o tre a livello tattico - sottolinea - Ho parlato prima dell'allenamento con i ragazzi e abbiamo avuto un approccio sincero». Poi via ad allenare la squadra di fronte ad un folto gruppo di tifosi assiepati sulla gradinata del Pio.
Tocca al presente Enrico Preziosi spiegare il perché di un esonero con la squadra ancora prima in classifica. «Il cambio di un allenatore è sempre una mezza sconfitta per tutti e Vavassori, un gentiluomo a cui va il mio grazie sincero, ha pagato per responsabilità in gran parte non sue - afferma - Lo so, vista da fuori può sembrare una decisione assurda, ma ho sentito di pancia che andava presa. Il problema è che certe decisioni vanno prese e me ne assumo la paternità, come ho sempre fatto nella mia vita. Non ho esonerato Cosmi e Dominissini e me ne sono pentito». Quindi le critiche all'ambiente. «Non riesco a capire tutta questa emotività intorno a noi, tutte queste critiche indirizzate alla società. Certe disparità di giudizio e trattamento sono evidenti, quando le attenzioni si rivolgono verso di noi, a differenza di quello che avviene in altri casi - dice perentoriamente - Ho chiesto in passato di avere più equilibrio quando si parla del Genoa, le critiche andrebbero contestualizzate nelle vicende di cui siamo stati fatti segno. Siamo stati letteralmente massacrati. Qui ogni volta si fa un dramma di ogni cosa, ma è un miracolo essere in vetta alla classifica, con le difficoltà che abbiamo dovuto affrontare. Abbiamo sopperito con il lavoro e facendo tantissimi sacrifici sotto ogni punto di vista. Nessuno di noi si merita delle critiche. Vincere un campionato è sempre un fatto straordinario, non dimentichiamocelo, tanto più in C dove si gioca a calci più che a calcio. Dobbiamo ripartire con umiltà e determinazione».
E allora ecco l'auspicio per la stagione. «Auguro a Perotti, la scelta meno traumatica tra tutte quelle che potevamo prendere, le migliori fortune e di raggiungere l'obiettivo che gli ho chiesto. In questo caso, andremo avanti insieme». Il contratto firmato lega infatti Perotti al Genoa fino a giugno con la possibilità di rinnovo in caso di promozione.
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