da Roma
La prima volta di Emma Marcegaglia da presidente di Confindustria coincide con il nuovo inizio di Silvio Berlusconi da presidente del Consiglio. Il numero uno di Viale dellAstronomia e il premier hanno concordato sia sullanalisi dei mali (troppi sprechi e poche risorse disponibili) che sulla ricetta per uscire dalla crisi, ossia riforme.
Ma ciò che più conta è che sembra essersi definitivamente ricomposto lo «strappo di Vicenza» quando nel convegno organizzato dal Centro studi di due anni fa la base confindustriale si schierò a fianco del leader politico mentre il vertice si compattò a fianco dellallora presidente Montezemolo. Certo, di acqua sotto i ponti ne è passata tanta e progressivamente le parti si sono riavvicinate tanto è vero che il presidente di Ferrari sarà consulente super partes del nuovo governo per il «made in Italy».
E nella Confindustria del 2008, infatti, si respira unaria diversa. Lo dimostra il fatto che persino il presidente di Cir e del gruppo Espresso (editore di Repubblica; ndr), Carlo De Benedetti ha definito «positivo» lintervento del governo su rifiuti e sicurezza. «Sono misure in linea - ha dichiarato - con i desideri e le richieste del Paese, su queste cose il livello di consenso è elevatissimo. Cè stata laffermazione forte che lo Stato esiste». Unapertura di credito che due anni fa sarebbe stata impensabile. Così come in quel di Vicenza sarebbe stato impensabile sentire Luca Cordero di Montezemolo affermare come ha fatto ieri: «Sono molto orgoglioso di vedere Confindustria e governo confrontarsi su temi condivisi».
Ma anche nella platea dellAuditorium di Roma, al termine dellassemblea, si intuiva un atteggiamento diverso. «È stata eliminata molta zavorra», commentavano alcuni imprenditori riferendosi sia agli interventi «pragmatici» dei due presidenti che allassenza della sinistra radicale dal Parlamento, fattore rassicurante per gli imprenditori. «Berlusconi - ha commentato Guidalberto Guidi, presidente di Ancma e padre di Federica, nuova presidente dei Giovani imprenditori - non avrebbe potuto dire di più, è stato concreto così come Emma: pochi fronzoli, concretezza e rilancio della competitività come priorità».
Unanaloga riflessione lha svolta anche Costanzo Jannotti Pecci, presidente di Federturismo. «Mi è sembrato opportuno - ha detto - il richiamo al rapporto con le opposizioni. Cè la volontà di lavorare al cambiamento del Paese: Confindustria farà la sua parte, mi auguro che linvito venga colto». Prudente ma ottimista lamministratore delegato di Atlantia (ex Autostrade), Giovanni Castellucci: «È presto per dire se il vento è cambiato però le parole di Berlusconi sono chiare quando dice che il programma di Confindustria è il programma del governo».
Quelle parole, già utilizzate alle assise confindustriali di Parma nel 2001, hanno comunque rassicurato i partecipanti. «Positivo è stato il discorso di Marcegaglia ma lo è stato ancor di più Berlusconi», ha osservato il presidente di Geox, Mario Moretti Polegato sottolineando che «è ora di rimboccarsi le maniche anche perché abbiamo perso fin troppo tempo». Un desiderio di cambiamento che unisce grandi e piccoli. «Marcegaglia esprime bene le priorità del Paese e credo che sia possibile realizzare gli obiettivi come hanno detto Berlusconi e Scajola», ha rilevato il presidente di Pirelli, Marco Tronchetti Provera.
Il provvedimento di detassazione degli straordinari, fortemente voluto dagli imprenditori e approvato alla vigilia dellassemblea, può aver contribuito a iniziare la navigazione sotto i migliori auspici. O forse, come ha evidenziato il presidente di Marzotto e di Unindustria Venezia Antonio Favrin, «è il segno che il Paese sta cambiando, che cè una volontà comune e che finalmente siamo entrati in Europa».
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