
Stasera, 23 giugno, ricomincia su Rai 1 "Noos L’avventura della conoscenza", il programma di Alberto Angela alla sua terza stagione. Della carriera del presentatore si conosce quasi tutto, ma la sua vita privata resta ben lontana dai riflettori.
La famiglia
Legato dal 1993 alla moglie Monica, con cui ha costruito una solida famiglia, è padre di tre figli: Riccardo (nato nel 1998), Edoardo (1999) e Alessandro (2004). Nonostante la notorietà, Angela è sempre stato molto attento a proteggere la sua sfera personale: sia la moglie che i figli appaiono raramente in pubblico o a eventi ufficiali.
Il rapimento
Nel febbraio del 2002, Alberto Angela ha vissuto uno degli episodi più drammatici della sua vita. Durante un viaggio in Niger con sei membri della sua troupe, il presentatore fu rapito, picchiato e rapinato da tre uomini armati. L’esperienza lasciò un segno profondo dal punto di vista psicologico.
"È stato come vivere quindici ore da Arancia meccanica, ci siamo sentiti condannati a morte", raccontò Angela una volta rientrato in Italia. "Siamo stati picchiati, minacciati e privati di tutto: attrezzature, denaro, fedi nuziali, cellulari, bagagli. È stato un continuo gioco di tortura psicologica". Un’esperienza che lo ha profondamente segnato, ma che – come disse lui stesso – lo ha anche spinto a riflettere sul valore della vita: "Ti porta a fare un bilancio e ad amarla di più".
Anni dopo quel drammatico episodio in Niger, Alberto Angela ha raccontato al settimanale DiPiù uno dei pensieri più dolorosi vissuti in quei momenti: "Ho temuto davvero di non rivedere più mia moglie". Fortunatamente, la liberazione arrivò e, nonostante la paura, non ha mai rinunciato alla sua missione: "Oggi sono qui a raccontare quello che mi è successo e, nonostante la grande paura, non ho smesso di svolgere con grande passione il mio lavoro".
Chi era il nonno di Alberto Angela
Carlo Angela, nato nel 1875, fu una figura di grande rilievo nella medicina e nella storia civile italiana. Padre del giornalista Piero Angela e nonno del divulgatore Alberto, è ricordato per il suo impegno antifascista. Medico e ufficiale della Croce Rossa, operò presso l’ospedale Vittorio Emanuele III di Torino e fu in seguito presidente dell’ospedale Molinette, distinguendosi per integrità, coraggio e dedizione al prossimo.
Alberto Angela non ha mai conosciuto suo nonno Carlo, venuto a mancare prima della sua nascita. Per lungo tempo ha saputo poco della sua storia: "Sapevo che era un professore, ma nulla di più", aveva raccontato a Da noi… A ruota libera. La scoperta del vero volto del nonno è arrivata solo più tardi, grazie alla pubblicazione di un libro che ha svelato un passato eroico rimasto a lungo taciuto: Carlo Angela aveva salvato numerosi ebrei durante la Seconda guerra mondiale, nascondendoli nella clinica che dirigeva fuori Torino.
Tra coloro che riuscì a proteggere, c’era una coppia che Piero Angela ricordava bene. Anni dopo, la figlia di quella coppia ritrovò in un cassetto il diario che i genitori avevano tenuto durante la permanenza nella clinica.
"Così ho ritrovato mio nonno, quella parte che non conoscevo", ha detto Alberto Angela. "In famiglia non se ne parlava, ed è una cosa comune in chi ha compiuto gesti straordinari senza cercare riconoscimenti. È stato fatto perché era giusto farlo, e basta".