
Il "caso Bova" non si placa. Raoul Bova, infatti, avrebbe deciso di sporgere denuncia contro Fabrizio Corona per il caso degli audio privati pubblicati sul suo canale. Ma non per la diffusione di quei messaggi ma per i successivi commenti fatti sulla questione. A riferirlo è il quotidiano La Repubblica, secondo il quale l'attore avrebbe deciso di fare questo per una definizione affibbiata da Corona alla sua persona. Un elemento ulteriore in una questione molto delicata, che si interseca anche con la "battaglia" legale per l'affidamento delle bambine avute dall'attore con la collega spagnola Rocio Munoz Morales.
Questa ulteriore azione dell'attore si unisce all'esposto fatto al Garante della Privacy per la violazione della sfera privata. Il ricorso è stato firmato dall'avvocato Annamaria Bernardini De Pace, che segue Bova anche sul fronte dell'affidamento, ed è rivolto a Meta, Google, YouTube, TikTok, X, Ryanair, Torino e Napoli Calcio. L'obiettivo dell'esposto è chiedere la deindicizzazione dei contenuti ritenuti lesivi per l'immagine e la privacy dell'attore. I messaggi vocali scambiati da Bova con la modella Martina Ceretti sono diventati contenuti virali sui social, in particolare un passaggio di questi che è stato oggetto di risate e ripubblicazione su più fronti.
Al fianco di queste azioni, ce n'è un'altra, che è forse il cuore centrale di tutta la vicenda. La procura di Roma sta indagando su alcuni messaggi inviati all'attore da una sim spagnola, con i quali l'attore veniva messo a conoscenza del fatto che i messaggi scambiati con la modella erano stati già divulgati a terzi e si chiedeva il suo intervento per fermare tutto. Il fascicolo è stato aperto con l'ipotesi di reato di tentata estorsione e per il momento è a carico di ignoti. Sono stati sentiti come persone informate sui fatti sia Fabrizio Corona, che ha pubblicato gli audio sul suo canale YouTube, sia Marina Ceretti, destinataria dei messaggi di Bova, È stato sentito anche Federico Monzini, pr e amico di Ceretti, che ha ricevuto i messaggi dalla modella e li ha poi girati a Corona, come da sua stessa ammissione, ma che nega di aver parlato con Bova. Nessuno di loro è stato iscritto nel registro degli indagati.
Contro Corona ha agito anche lo stesso avvocato Bernardini De Pace per una conversazione attribuita all'avvocato, che però sostiene che quel si rileva "a prescindere dall’identità effettiva della interlocutrice, è che certamente non possa affermarsi, come fatto in via surrettizia da Corona, che sia stata quest’ultima a richiedere informazioni sul Bova".
Il file, si legge ancora nello stralcio di querela pubblicato dal Corriere della sera, "non risulta integro, ma bensì artefatto con diversi tagli nella riproduzione - in particolar modo nelle frasi dell’interlocutrice - e con sonorità non coerenti, consistenti in dei 'beep' cadenzati".