Il coraggio di raccontare Giorgia Meloni senza filtri ideologici

Il coraggio di raccontare Giorgia Meloni senza filtri ideologici
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Dopo tre anni di governo, c'è, ovviamente, chi la ama e chi la detesta, ma di Giorgia Meloni tutti parlano. E Alessandro Iovino in Giorgia, onorare le radici e pensare il domani, (edizioni Bonfirraro), sceglie di fare un passo diverso: non un'agiografia, non un'invettiva, ma un tentativo riuscito di capire chi sia davvero la donna che ha cambiato il volto della politica italiana.

Il libro non si limita a ripercorrere la scalata della leader di Fratelli d'Italia, dalla Garbatella a Palazzo Chigi. Racconta piuttosto l'evoluzione di una visione culturale: quella di una destra che non chiede più permesso, che smette di vergognarsi delle proprie radici e che prova, dopo decenni di subalternità, a proporre un modello alternativo di società.

Iovino analizza, nella prima parte del libro, la Meloni politica, ma anche quella umana: la

ragazza cresciuta in un quartiere popolare, la militante di Atreju, la donna che si è fatta da sé in un mondo dominato dagli uomini e dalla retorica del «politicamente corretto e la mamma».

C'è il coraggio di dire che la Meloni non è un accidente politico, ma il prodotto coerente di una lunga traiettoria culturale. E c'è la consapevolezza che il suo successo nasce da un linguaggio diverso: diretto, emotivo, intriso di identità. Una politica che parla di patria, di Dio, di libertà, parole che fino a ieri parevano tabù.

Il merito del libro è di riportare il dibattito sul terreno delle idee, non dei pregiudizi. Iovino mostra una Meloni capace di incarnare la frattura tra l'Italia reale e quella delle élite, tra chi lavora e chi pontifica.

Ci sono alcuni passaggi fulminanti, ad esempio quelli sull'opposizione di Matteo Renzi: Alla fine, chi è davvero Matteo

Renzi? Un riformatore? Un illusionista? Un eterno indeciso che ormai ha perso per sempre quel Paese che credeva di aver conquistato? È un politico esperto ed è un uomo scaltro. Eppure qualche volta si ha la sensazione che per Giorgia Meloni, con la forza che la premier ha oggi, un oppositore con tale credito e con tale seguito sia più un vantaggio che non un pericolo.

In definitiva, Iovino firma un saggio che si legge come un racconto giornalistico: agile, denso, mai ideologico.

Una fotografia di un'Italia che si riscopre conservatrice, ma con passione. E in tempi di slogan vuoti e indignazioni da salotto, leggere qualcosa che prova a capire invece che giudicare è già, di per sé, un sforzo interessante.

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