Scripta manent

Niente "ricci o svolazzi". Che cosa nasconde la firma di Gianni Minà

L'analisi grafologica del grande giornalista, scrittore, conduttore tv scomparso all'età di 84 anni

Gianni Minà, ecco l'analisi grafologica della firma del giornalista

Dalla firma di Gianni Minà emerge una forte energia vitale che gli ha permesso di vivere la propria professione con vigore e incisività rendendolo forte nella fatica del quotidiano. La prerogativa che fa di Minà una persona unica ed eccezionale è stato il suo atteggiamento professionale nei confronti non solo di chi era noto o alla ribalta (vedi Troisi), ma anche di chi, avendo perso il successo ed essendo sfiduciato (vedi Maradona), egli cercava di rivalutare suscitando coraggio.

La firma essenziale e chiara, con angoli ai vertici (vedi lettera “M” del cognome) mette in risalto la capacità di affrontare i contrasti riuscendo ad evitare di restarne vittima. Il nome Gianni, graficamente uguale al cognome, indica una sintonia interiore che denota come egli fosse privo di manie di grandezza né di sentimenti d’inferiorità intellettiva. Infatti, egli sapeva condurre le interviste con argomentazioni apparentemente bonarie (vedi lettere tonde e iniziali giustamente proporzionate) ma
anche sagaci fino a “denudare” il mal capitato.

Semplicità e arguzia andavano di pari passo nel suo modo di condurre le conversazioni, non risultando mai rivale o super-uomo rispetto all’intervistato, ma cercando dimettere a proprio agio l’interlocutore per poi “spennacchiarlo” cercando di far emergere la sua vera storia personale. Basti pensare alla domanda che egli pose a Diego Maradona all’inizio della sua intervista: “Diego cosa ti succede?“

La capacità di comunicare, l’intelligenza pratica ed essenziale (vedi firma priva di ricci e svolazzi) fa di Minà un grande giornalista e una persona con notevole comunicativa che ha saputo dimostrare di saper utilizzare la professione anche a servizio di sé.

Se è vero, come è vero, che la firma indica il modo d’inserirsi nel sociale e l’assunzione di una paternità personale, Gianni Minà l’ha certamente realizzato.

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