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L’eredità di Pippo Baudo è ancora un caso. Nessun erede accetta il patrimonio da 10 milioni

Nonostante l’apertura del testamento a settembre, figli e assistente restano “chiamati” e non ancora eredi, alimentando dubbi sulla reale consistenza del patrimonio

L’eredità di Pippo Baudo è ancora un caso. Nessun erede accetta il patrimonio da 10 milioni
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A più di tre mesi dalla morte di Pippo Baudo, scomparso il 16 agosto all’età di 89 anni, la vicenda più controversa non riguarda la sua eredità artistica, che Carlo Conti vorrebbe celebrare dedicandogli la prossima edizione del Festival di Sanremo, ma quella economica. Secondo il Fatto Quotidiano, infatti, gli eredi del conduttore non hanno ancora formalmente accettato il patrimonio, creando un caso inusuale attorno a una delle figure più iconiche della televisione italiana.

Il testamento aperto a settembre, ma tutto è ancora fermo

Le ultime volontà di Baudo sono state aperte il 9 settembre nello studio del notaio Renato Carraffa a Bracciano, alla presenza dei due figli: Tiziana (nata dal matrimonio con Angela Lippi) e Alessandro (figlio della relazione con Mirella Adinolfi, riconosciuto solo nel 1996). Erano presenti anche gli avvocati di famiglia e Dina Minna, l’assistente che ha seguito Baudo per 36 anni e che, secondo alcune ricostruzioni, avrebbe ricevuto una parte dell’eredità quasi equivalente a quella spettante per legge ai due figli, ossia un terzo ciascuno.

Nonostante ciò, a distanza di tre mesi, nessuno dei “chiamati” all’eredità ha accettato formalmente. Il termine legale è ampio, dieci anni, ma, spiegano diversi legali interpellati, nelle successioni di personaggi pubblici la definizione avviene quasi sempre in tempi rapidi, nell’arco di giorni o settimane. Un ritardo così significativo lascia dunque supporre perplessità o nodi irrisolti legati alla consistenza reale del patrimonio.

Un patrimonio stimato in 10 milioni, ma forse più ricco

Nel periodo immediatamente successivo alla morte, vari quotidiani avevano stimato il valore dell’eredità in circa 10 milioni di euro. Un importo rilevante, ma non sorprendente per un professionista che dagli anni Settanta in poi ha percepito compensi molto alti. Secondo alcune stime giornalistiche, Baudo avrebbe guadagnato circa 800 mila euro per ognuna delle 13 edizioni di Sanremo da lui condotte, superando complessivamente i 10 milioni di incassi solo da quel fronte.

Già nel 1998 il giornalista Emilio Randacio, nel volume Pippo e il suo clan, attribuiva al conduttore diverse decine di miliardi di lire di patrimonio. E un recente articolo di Open ha quantificato in oltre 6 milioni il valore delle sue proprietà immobiliari. Il Fatto ha verificato che Baudo risulta tuttora intestatario di: quattro immobili in via della Vite a Roma, la palazzina di sei piani dove ha vissuto fino alla fine; un ufficio di sette vani in zona Prati, originariamente appartenente alla sua società Starprogramme; 17 terreni distribuiti tra Noto, Siracusa e Fiano Romano.

Le proprietà cedute negli anni e le tensioni familiari

Nel corso della sua vita Baudo ha anche venduto alcune storiche proprietà: la casa di Santa Tecla distrutta dall’attentato mafioso del 1991 e poi ricostruita, la Palazzina Borghese di Morlupo trasformata in studio di registrazione, e la villa di Torre delle Stelle in Sardegna, acquistata insieme all’ex moglie Katia Ricciarelli e ceduta nel 2018.

Proprio la Ricciarelli, all’indomani dell’apertura del testamento, aveva sollevato una polemica pubblica. “Non so neanche di cosa sia morto. Mi aspettavo un minimo di cortesia”, aveva dichiarato, alludendo alla gestione delle informazioni da parte di Dina Minna, con la quale aveva poi affondato una stoccata: “Se tutte le segretarie sono trattate così, forse ho sbagliato mestiere”.

La risposta dell’assistente non si era fatta attendere: una diffida formale e una replica altrettanto netta: “Alla fine Pippo non voleva più neanche vederla”.

Un’eredità sospesa

A oggi, l’eredità del “Superpippo” della tv resta dunque appesa, con un patrimonio importante, forse sottostimato, e con i suoi eredi che, almeno formalmente, non hanno ancora

deciso se accettare o meno. Un’attesa lunga e anomala, che lascia intuire come dietro il nome di uno dei più grandi conduttori della storia televisiva italiana ci sia ancora una vicenda non del tutto chiarita.

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