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Atea, ma usa le croci per vendere: l'ennesima ipocrisia di Chiara Ferragni

È atea ma si fotografa con le croci al collo: il "nuovo" business di Chiara Ferragni, in vendita a partire dal modico prezzo di 79 euro

Atea, ma usa le croci per vendere: l'ennesima ipocrisia di Chiara Ferragni

Chiara Ferragni impersona il business. È inutile girarci attorno: per le nuove generazioni che sognano i "big money" i modelli non sono più gli Agnelli, i Barilla o i Ferrero. Per i "bocconiani" il vero esempio è diventata Chiara Ferragni, capace di guadagnare 80mila euro con un singolo post sui social e di spacciare per oggetti di moda e fashion, venduti a prezzi da capogiro, oggetti che vent'anni fa si trovavano anche in omaggio nei giornaletti con le copertine adesive. La moglie di Fedez, grazie alla sua influenza social e a uno zoccolo duro di devoti, di cultori della sua immagine, più che fan, riesce a trasformare in oro (quasi) tutto quello che tocca, senza che i suoi acquirenti si facciano troppe domande. Prendiamo, per esempio, il nuovo business: le collane con ciondoli a forma di croce.

Possiamo considerarle una nuova tendenza? Oppure una tendenza lanciata da Chiara Ferragni? Chi ha più di 15 anni non può davvero credere che si tratti di una moda ideata dall'imprenditrice. Siamo seri, abbiamo realmente dimenticato i primi anni Duemila? O abbiamo dimenticato le iconiche, quelle sì, tendenze di Madonna negli anni Ottanta? Una che si è presa tre scomuniche dalla Chiesa e che ha chiesto di incontrare Papa Francesco per discutere con lui di cristianità, ha per prima lanciato le collanine con il sacro simbolo cattolico quasi quarant'anni fa. Ed è qui il nodo, al di là della martellante campagna di promozione di quei ciondoli, che è coincisa con il momento di massimo hype attorno alla sua immagine e a quella dei Ferragnez. Perché Chiara Ferragni è atea, come ha dichiarato suo marito e come dimostra il fatto che i loro bambini non siano battezzati.

Eppure, si appropria di un simbolo religioso per far lievitare il suo conto corrente e il valore delle sue aziende, proprio nel periodo in cui si iniziano a preparare le comunioni e le cresime in gran parte delle parrocchie italiane. Se fossimo come alcuni commentatori che esistono a sinistra potremmo dire che quella dell'imprenditrice è un'appropriazione culturale a sfondo di lucro. Ma ci limitiamo a far notare l'ipocrisia di questo nuovo business. Chiara Ferragni sfoggia i suoi condoli a croce in ogni occasione possibile, diventando lei stessa un espositore pubblicitario, senza nemmeno credere nel valore di quel simbolo.

Ma questo è il suo modello di imprenditoria.

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