Harry non riavrà la scorta: "Vorrei una riconciliazione, mio padre non mi parla"

Il duca di Sussex ha perso una delle battaglie a cui teneva di più: l’Alta Corte di Londra ha definitivamente negato il diritto alla scorta per lui e per la sua famiglia. Harry: "Mio padre non mi parla. E non so quanto gli resti da vivere". I reali: "Decidono le corti"

Harry non riavrà la scorta: "Vorrei una riconciliazione, mio padre non mi parla"

Il principe Harry dovrà digerire una cocente sconfitta: non potrà più sperare di riavere il servizio di sicurezza garantito agli altri membri della royal family. Il 2 maggio 2025 l’Alta Corte di Londra ha appena deciso di rifiutare il ricorso del duca, che lamentava di aver subìto un trattamento discriminatorio rispetto agli altri membri della royal family. Per Harry questo epilogo potrebbe non rappresentare solo una disfatta pubblica, ma anche un fallimento personale che potrebbe riverberarsi sui rapporti già tesi con Carlo III e il principe William.

“Non riavrà la scorta”

Harry ha perso. Non riavrà la scorta che il Ministero dell’Interno gli ha revocato nel 2020, dopo la Megxit, come conseguenza dell’abbandono del servizio alla Corona britannica e del trasferimento negli Stati Uniti. Come ha riportato la Cnn, pur riconoscendo che le argomentazioni presentate dal principe sono state “efficaci e toccanti” e che “chiaramente il duca di Sussex si è sentito maltrattato dal sistema”, il giudice Geoffrey Vos non ha potuto fare altro che constatare l’impossibilità di tradurre questo senso di esclusione provato da Harry in un verdetto contro l’Home Office e il Ravec (ovvero il comitato che si occupa della protezione delle più influenti personalità della nazione su delega del Ministero dell’Interno).

Neppure giocare la carta della discriminazione, dello “spare” è servito. Infatti lo scorso aprile, durante i due giorni di udienze prima della sentenza, l’avvocato di Harry, Shaheed Fatima, ha dichiarato che il principe sarebbe “stato sottoposto a un trattamento diverso, ingiustificato e inferiore”.

L’unica via percorribile, ora, è quella che porta direttamente alla Corte Suprema, ma non è detto che Harry riesca ad arrivarci, come ha spiegato la Bbc: “Poiché si tratta di una corte d’appello, non può prendere in considerazione un caso a meno che una corte inferiore non abbia già emesso la relativa ordinanza”. Il principe, dunque, dovrà ottenere un permesso prima di accedere a quest’ultimo grado di giudizio.

Harry vuole la “riconciliazione”

Subito dopo il verdetto il principe Harry ha rilasciato un’intervista a Nada Tawfik della Bbc. Ha rivelato immediatamente di essere “sconvolto” dalla decisione dell’Alta Corte di Londra. Nonostante tutto, però, nel suo cuore ci sarebbe ancora il desiderio di trovare la strada per la “riconciliazione” con i parenti.

A tal proposito Harry sostiene di essere stato tagliato fuori dalla royal family, in particolare di non riuscire più a dialogare apertamente con i parenti. Il padre, Re Carlo III, “non parlerà con me della situazione relativa alla sicurezza”, mentre “tra me e alcuni membri della mia famiglia ci sono state alcune discussioni” ma “ho perdonato”.

In realtà la questione del perdono è discutibile, soprattutto chi dovrebbe concederlo e con quali tempi. Harry, ha riportato ancora la Bbc, avrebbe accusato la Casa reale di aver “influenzato la decisione di ridurre la scorta”. Ha poi rivelato: “Non ho mai chiesto [a mio padre] di intervenire [nella battaglia legale per riavere la security]. Gli ho chiesto di farsi da parte e lasciare che gli esperti facessero il loro lavoro”.

Benché il duca abbia dichiarato di volere la pace, nella sua intervista c’è una frase molto forte, che non fa ben sperare in un riavvicinamento tra i Sussex e i Windsor: “A questo punto non riesco a vedere un mondo in cui riaccompagno mia moglie e i miei figli nel Regno Unito”.

Il commento dell’Home Office

Secondo quanto riportato dalla Bbc un portavoce dell’Home Office, ovvero il Ministero dell’Interno britannico, ha subito commentato la sentenza: “Siamo lieti che la corte si sia pronunciata a favore della posizione del governo in questo caso. Il sistema di sicurezza del governo britannico è rigoroso e proporzionato. La nostra politica consolidata è quella di non fornire informazioni dettagliate su queste misure, poiché ciò potrebbe compromettere la loro integrità e avere impatto sulla sicurezza delle persone”.

La decisione dell’Alta Corte di Londra potrebbe influenzare, ma forse sarebbe meglio dire peggiorare, i rapporti tra Harry e la royal family. Fin dall’inizio della battaglia legale il duca di Sussex ha sostenuto di non poter tornare nel Regno Unito, la sua “casa”, poiché senza la scorta della polizia non si sentirebbe “al sicuro”. Durante l’udienza dello scorso 9 aprile, come riportato dall’Independent, Shaheed Fatima mise in evidenza proprio questa sensazione di pericolo provata da Harry: “Non si deve dimenticare la dimensione umana di questo caso. C’è una persona, seduta dietro di me, la cui vita è a rischio”.

Ora il principe, che si sentirebbe tradito, escluso dalla sua famiglia d’origine e dal suo Paese, ha ribadito che non tornerà nel regno con Meghan e i bambini. L’impressione è che la sentenza possa aver creato una frattura ancora più profonda tra Harry e la royal family, aprendo un nuovo capitolo tutto da scrivere su questa faida familiare che sembra senza soluzione.

La replica di Buckingham Palace

Insolita quanto secca replica di Buckingham Palace all'intervista del principe Harry, dopo il verdetto della Corte d'appello britannica che ha confermato la revoca decisa nel 2020, dopo lo strappo del duca di Sussex dalla famiglia reale, al diritto automatico alla scorta.

"Tutte queste questioni sono state esaminate ripetutamente e meticolosamente da varie corti, con le stesse conclusioni in ogni occasione", taglia corto il palazzo in una nota. Fonti ufficiose hanno inoltre risposto alle recriminazioni di Harry sostenendo che re Carlo III avrebbe ritenuto costituzionalmente improprio favorire un esito diverso.

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