Con lo scoppio della guerra in Ucraina, il professore Alessandro Orsini è uno dei personaggi che è riuscito a ottenere maggiore visibilità. Ospite fisso in tv a Cartabianca fin dallo scorso marzo, il professore di Sociologia del terrorismo internazionale all'università Luiss ha oggi un ampio seguito sui suoi profili social. Una delle peculiarità del suo personaggio probabilmente l'antipatia suscitata da dichiarazioni forti, che in molti casi vanno contro la morale comune, soprattutto per quanto concerne il conflitto scatenato dalla Russia in Ucraina. Certo, un ruolo importante lo gioca anche il suo spiccato egocentrismo, impossibile da mascherare soprattutto da quando appare in tv. Tanti riflettori addosso accrescono la popolarità ma anche il rischio che ogni passo falsi diventi oggetto di scherno, soprattutto sui social.
Orsini cita un articolo di "William J. Ampio".
— Pietro Raffa (@pietroraffa) December 19, 2022
Scandendo pure il cognome.
Ma l'autore, in realtà, si chiama William J. Broad.
Google Translate ha tradotto pure il cognome.
Si vola
(p.s. Se n'è accorto @AntonioTalia) pic.twitter.com/bFDWM9ovTI
Alessandro Orsini lo sa bene, anche perché nelle ultime ore è oggetto di una lunga serie di prese in giro sui social per uno stralcio di un video pubblicato sui suoi canali in cui, forse, fa eccessivo affidamento sul traduttore automatico. Per quanto questa tecnologia sia diventata un supporto fondamentale alle attività quotidiane, infatti, è sempre bene utilizzare il discernimento per evitare di cadere in errori gravi come quello di Alessandro Orsini. Nel suo intervento, infatti, il professore ha citato un articolo di William J. Broad ma lo ha evidentemente passato su un traduttore web per avere una comprensione migliore di quanto scritto.
Tuttavia, nel passare l'articolo alla traduzione, il professore non si è accorto che l'intelligenza artificiale gli ha tradotto anche il cognome dell'autore, che da "Broad" è diventato "Ampio". Ed ecco la clamorosa gaffe di Orsini, che cadendo nel suo solito modus operandi del professore che sale in cattedra, dice: "... l'articolo pubblicato il 5 febbraio 2022 sul New York Times e l'autore è William J. Ampio, che è proprio come si scrive: A-m-p-i-o". Inevitabile per il web fare della facile ironia: "Speriamo che Orsini non debba mai tradurre un romanzo di Philip K. Dick".
E ancora: "E meno male che non era Bob Guardiaforestale (Woodward) quello dello scandalo Chiusa (Watergate)". C'è anche chi si scatena con l'ironia inversa: "Alessandro Littlebears colpisce ancora". Chissà se, almeno su questo, Alessandro Orsini riuscirà a fare dell'autoironia.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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