«Dopo Perugia via dal governo» Il lodo Granata fa infuriare il Fli

RomaFuori dal governo: dopo Perugia, «passeremo all’appoggio esterno». Ma stavolta la granata di Granata, oltre a un po’ di rumore, fa danni solo dentro Fli. Il deputato finiano infatti, nel suo blog, dà un altro strattone: «Bisogna aprire una fase nuova, nella quale sarà inevitabile e coerente con le nostre posizioni ritirare la nostra delegazione dall’esecutivo, assicurando l’appoggio al solo fine di affrontare le emergenze reali del Paese e le parti condivise del programma». Uno strattone troppo forte, visto che nessuno del suo partito lo segue. Le colombe finiane sono furibonde. E per tutti gli altri, imbarazzati, «Fabio parla a titolo personale».
Granata però insiste: «È chiaro che il contenuto di un blog sia un’opinione personale. Tuttavia le mie parole sono condivise dalla base e coerenti con le scelte di Fini». Peccato che nessuno tra i futuristi sia d’accordo con lui. Il più benevolo è Italo Bocchino: «Facciamo la convention di Perugia, tutto il resto si vedrà dopo. Gianfranco indicherà le soluzioni migliori alla luce dell’evoluzione del quadro politico». Per Benedetto Della Vedova invece «quella di Fabio è una provocazione, però è evidente che il nostro impegno non è a prescindere: occorre uscire presto dalle sabbie mobili, non possiamo passare il prossimo semestre solo sulla riforma della giustizia».
Silvano Moffa boccia «le fughe in avanti» di Granata. «Questioni così importanti non si affidano a un blog, vanno esaminate nelle sedi opportune. Detto questo, il cambio di fase è un discorso vero, bisogna rilanciare l’azione di governo». Ancora più secco Andrea Ronchi: «Un pensiero personale. Le parole di Fini all’Adriano dicono il contrario, confermano il radicamento nel centrodestra e uno stimolo al governo perché si rafforzi e faccia le riforme. Non è il momento di esecutivi tecnici né di ribaltoni, scenari che non ci appartengono. L’Italia ha bisogno di stabilità». Adolfo Urso non crede «alle mezze misure» dell’appoggio esterno. «O si sta dentro, o si sta fuori. E comunque, anche se non si può tirare a campare, non abbiamo mai parlato di uscire ma solo di riforme da fare».
Anche Pasquale Viespoli sconfessa Granata: «L’opinione prevalente è quella di Fini, che ha delineato un percorso diverso, e cioè l’esigenza di tenere fede al patto con gli elettori e di rilanciare l’azione di governo».

Per Giorgio Conte «l’appoggio esterno non esiste, sostenere il governo è un nostro dovere». Chiude una furibonda Catia Polidori: «Ma di quale base parla Granata? La nostra ci chiede di governare. Chi invece è affetto da disfattismo, se ne vada con Di Pietro, che è meglio».

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