da Perugia
Dalla voragine del buco di bilancio che da mesi paralizza di fatto il comune di Perugia, una cifra che avrebbe superato i 50 milioni di euro, proliferano gli avvisi di garanzia. Siamo a quota sei. Negli ultimi giorni i provvedimenti della Procura della Repubblica hanno raggiunto il direttore generale, Luciano Castellani (interrogato ieri), il city manager nominato dal sindaco Renato Locchi, l'uomo forte dei ds, e i tre consulenti esterni che hanno contribuito a redigere il consuntivo del 2005. Prima di loro sul registro degli indagati sono stati iscritti due primi dirigenti comunali, l'ex responsabile del Bilancio, Giuliana Bazzurri e l'ex titolare del settore Tributi, Giuliano Vergari. È evidente che per Renato Locchi non è uno dei momenti più facili. Al di là di quelli che saranno gli esiti giudiziari, la giunta di sinistra di una delle città più rosse in una delle Regioni più rosse incontra le difficoltà maggiori sul piano politico. «Non entriamo nel merito dell'inchiesta e abbiamo la massima fiducia nella magistratura» dice Massimo Monni, capogruppo di Forza Italia in consiglio comunale: «Ma la responsabilità di quanto accade è sempre politica. Ci chiediamo: è possibile che si scarichi tutto sui dirigenti tecnici, che per altro sono nominati dal sindaco?». Alla frana dei conti pubblici si è arrivati tra crediti presunti messi in bilancio con eccessivo ottimismo, anticipi ottenuti dalla società per la riscossione dei tributi e non conteggiati come debiti, l'impiego illegittimo dei Boc. Totale i 50 milioni che mancano all'appello, una cifra record. La vicenda è deflagrata dal litigio, o divergenza di vedute, tra la dottoressa Giuliana Bazzurri, la prima ad avere denunciato le presunte irregolarità e a rifiutarsi di firmare il documento contabile, e l'altro dirigente comunale, il dottor Vergari.
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