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Petacchi salvo. Respinto l’appello dell’antidoping

La Caf del ciclismo si dichiara incompetente a giudicare sul caso del velocista. Ma il procuratore Torri non cede: "Ricorreremo a Losanna"

Petacchi salvo. Respinto l’appello dell’antidoping

da Roma

Il caso Petacchi finirà davanti alla Corte per l’Arbitrato dello Sport di Losanna. «Andremo fino in fondo», il commento del procuratore antidoping del Coni Ettore Torri, che si rivolgerà al tribunale svizzero dopo che ieri la Caf del ciclismo si è dichiarata incompetente a giudicare il velocista spezzino. Due ore di camera di consiglio per partorire una decisione che era nell’aria: secondo l’articolo 5 dell’Upa e in accordo con le norme Wada, gli appelli in caso di doping per atleti di valenza internazionale possono essere rivolti solo al tribunale di Losanna.
Al momento resta dunque valida la sentenza della Disciplinare della Federciclismo, che aveva prosciolto Ale-jet dopo la richiesta di un anno di squalifica da parte di Torri. A Petacchi veniva imputato l’elevato livello di salbutamolo nelle urine - pur in presenza di un certificato di esenzione terapeutica rilasciato dall’Uci - dopo un controllo effettuato al termine dell’undicesima tappa del Giro d’Italia, quella di Pinerolo vinta proprio dal ciclista della Milram. «Non cambia nulla, devo continuare ad allenarmi e a correre - ha commentato il corridore ligure -, spero solo che le cose non vadano per le lunghe e che a settembre possa partecipare alla Vuelta». Dopo aver disputato giovedì scorso il Gran Premio di Camaiore, nella settimana di Ferragosto sarà in Germania per partecipare al Regio Tour.
Poco meno di trenta i minuti dell’udienza, sufficienti per assistere a un vivace scambio di vedute tra il procuratore Torri e l’avvocato del corridore, Agostino Guardamagna, davanti alla Corte d’Appello federale presieduta da Salvatore Minardi. «Non sono animato da una voglia punitiva, faccio solo il mio lavoro - ha spiegato Torri -, il mio dovere è perseguire violazioni ai regolamenti antidoping e questa di Petacchi è una violazione. Voglio sapere se un atleta ha il diritto di oltrepassare un limite». Accorata la difesa di Guardamagna: «Faccia il giudice, non solo l’inquisitore - ha replicato a Torri -. Andare avanti con le accuse è come sospendere il corridore. Abbiamo fornito la prova che quella tappa si svolse in una giornata eccezionale dal punto di vista climatico».
«Non c’era alcun motivo di fare qualcosa di anomalo - ha aggiunto Petacchi -. Ho usato salbutamolo sia nelle tappe che ho vinto, sia in quelle nelle quali sono arrivato con mezz’ora di ritardo perché ne avevo bisogno. E l’ho assunto sempre per via inalatoria». Di fronte a queste dichiarazioni, Torri ha leggermente deviato il tiro: «La mia richiesta di squalifica per un anno è sulla base dell’assunzione di salbutamolo in eccesso non specifico. Se questa assunzione dovesse essere considerata specifica, anche una sanzione minore o una semplice ammonizione mi starebbe bene. Perché quello che conta è che venga affermato dalla Caf il principio che non si deve superare un limite eccessivo in presenza di una esenzione medica». Come dire: se mi date ragione, potete anche decidere solo un «cartellino giallo» per il corridore.
Ma i giudici della Caf hanno dichiarato la loro «incompetenza» e tutto ora si sposterà alla corte di Losanna. Che dovrà a sua volta dichiarare la sua competenza. Esiste infatti anche la possibilità che il Tas rimandi qualsiasi decisione al Gui, il giudice di ultima istanza introdotto dal nuovo regolamento antidoping.
Intanto la maglia rosa del Giro 2007 Danilo Di Luca, oggi al via del Trofeo Matteotti, aspetta ancora una decisione della procura antidoping del Coni su un suo eventuale deferimento: «È un’attesa che mi sta penalizzando e che non mi fa stare tranquillo.

Auspico una conclusione positiva e immediata della mia vicenda».

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