Petrolio All’Opec sconfitti i falchi: produzione invariata

Sconfitti. Battuti nonostante la convinzione di avere la vittoria in tasca, di riuscire a portare a casa un taglio della produzione petrolifera di almeno un milione di barili al giorno. E invece, ieri, i desiderata di Algeria, Venezuela e Iran sono rimasti tali. Al vertice Opec di Vienna ha finito per prevalere la linea delle colombe, favorevoli a lasciare invariato l’output. Tutto fermo, insomma, fino al 28 maggio, data per cui è già stato convocato un meeting straordinario che potrebbe essere occasione di scontro. Il Cartello, d’altra parte, deve ancora metabolizzare pienamente le robuste riduzioni dell’offerta, pari a 4,2 milioni di barili al giorno, decise nel corso del 2008 per contrastare la picchiata delle quotazioni. L’Agenzia internazionale per l’energia stima che, finora, l’organizzazione abbia rispettato l’80% dei tagli stabiliti. Dal mercato andrebbero quindi ancora eliminati tra gli 800 e i 900mila barili.
Resta, dal punto di vista dei signori del greggio, un prezzo ancora ben distante dal livello ottimale di 70-80 dollari (circa 47 dollari le quotazioni di venerdì scorso). La decisione di mantenere invariato lo status quo produttivo dimostra, quindi, un buon grado di ragionevolezza da parte dell’Opec.

Anche in vista del vertice dei capi di Stato e di governo del G20 che si terrà il prossimo 2 aprile e in un momento in cui la crisi globale sembra richiedere lo sforzo di tutti per poterla contrastare e pensare di riavviare il motore dell’economia mondiale.

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