Milano - Riparte la corsa al rialzo del barile di petrolio che oggi pomeriggio mette a segno un nuovo massimo superando quota 122 dollari al barile dopo aver superato ieri per la prima volta la barriera dei 120 dollari sulla scia di tensioni geopolitiche in diverse aree esportatrici del pianeta. Ma queste ultime impennate sono anche legate a rinnovati ottimismi sull’economia americana, che smorzano precedenti attese di indebolimento della domanda globale.
Gli scambi in Borsa Greggio sugli scudi, dunque, spinto dai problemi della produzione nigeriana a causa degli attentati e dalle tensioni geopolitiche nello scacchiere mediorientale (Turchia-Iraq e Iran). Sul mercato londinese dell’Ice la consegna giugno sul Brent guadagna lo 0,25% a 118,27 dollari dopo avere aggiornato poco prima il nuovo record a 119,85. Un barile di greggio Wti con consegna a giugno viene trattato sulla piazza di Wall Street a 122 dollari, nuovo massimo storico.
Goldman Sachs: "Arriveremo a 200 dollari" Arjun N. Murti, l’analista di Goldman Sachs che sorprese un po' tutti quando nel marzo del 2005 previde che il prezzo del petrolio sarebbe arrivato oltre i cento dollari, vede adesso le quotazioni del greggio proiettate addirittura fino a 200 dollari al barile. Sono queste infatti le indicazioni date da un gruppo di analisti di Goldman Sachs capeggiato appunto da Murti, secondo cui nel giro di due anni il prezzo potrebbe arrivare fra i 150 ed i 200 dollari. Il report sottolinea che le possibilità di vedere il greggio a questi livelli "sembrano essere aumentate da qui a sei-24 mesi", sebbene sia difficile individuare esattamente il picco delle quotazioni ed al tempo stesso la durata di questa fase rialzista. Il rapporto porta la data di ieri, in coincidenza con il superamento da parte del greggio a New York di quota 120 dollari. Gli analisti di Goldman Sachs hanno inoltre aggiornato le previsioni di prezzo medio del petrolio WTI; per quest’anno la quotazione dovrebbe essere pari a 108 dollari contro 96 dollari precedenti, mentre l’anno venturo ci si attesterebbe su 110 dollari da 105 precedenti. Per quanto riguarda il 2010-2011 il prezzo medio si attesterebbe su 120 dollari da 110 dollari precedenti. Gli analisti hanno peggiorato le stime relative al prezzo in considerazione del fatto che ci sarebbero rischi sul versante delle forniture, in presenza di una domanda sostenuta da parte delle economie emergenti. In particolare, secondo il report sussisterebbero problemi per alcuni Paesi non aderenti all’ Opec, come Messico e Russia. Sul prezzo inoltre pesano fattori speculativi che peraltro - rileva ancora il rapporto - dovrebbero portare ad una maggiore efficienza produttiva ed a maggiori investimenti da parte delle compagnie petrolifere in progetti di ricerca.
Indonesia pronta a uscire dall'Opec L’Indonesia potrebbe uscire dall’Opec e decidere di aumentare la propria produzione di greggio. Lo ha annunciato il presidente del paese asiatico, Susilo Bambang Yudhoyono. "Nel nostro ultimo consiglio dei ministri - ha dichiarato all’agenzia indonesiana Antara - abbiamo discusso se restare o uscire dall’Opec e aumentare la nostra produzione".
La produzione di petrolio indonesiana è fortemente calata negli ultimi anni, passando da 1,5 milioni di barili al giorno a una media stimata in meno di un milione al giorno, la soglia fissata dall’Opec per l’Indonesia.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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