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La Pfm riparte con un "live" da maestri "Cambiamo musica a ogni concerto"

La band pubblica "The event": "Noi viviamo di improvvisazione". Dopo il tour dedicato a De André, lo storico gruppo ritorna sul palco

La Pfm riparte con un "live" da maestri "Cambiamo musica a ogni concerto"

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Ma chi li ferma più Franz Di Cioccio e Patrick Djivas, colonne portanti della Premiata Forneria Marconi? Dopo 50 anni on the road e 6mila (dicasi seimila!) concerti continuano con la stessa carica di sempre a fare dischi e tournèe.

Dopo il giro di concerti dedicato a Fabrizio De Andrè, sono partiti ieri 2 giugno per nuovi lidi, intanto inaugurano la serie Pfm Live Concerts con il disco dal vivo The Event registrato la scorsa estate al concerto del gruppo all'Estival Jazz di Lugano, in Svizzera. «È un vero evento - dicono Franz e Patrick visibilmente soddisfatti in un ristorante di Milano -; ci teniamo a specificare che non c'è nulla di rifatto, qui c'è esattamente quello che si è sentito in quella serata magica».

Un album energico ed energetico che ha visto come co-protagoniste due star del rock come il giovane chitarrista Matteo Mancuso (che un fenomeno universalmente riconosciuto come Steve Vai definisce uno dei migliori chitarristi delle nuove generazioni) e lo specialista dell'organo Hammond Luca Zabbini. «È stato un esperimento esaltante perché Mancuso, che è un fenomeno, ha studiato tutto il nostro repertorio in una notte. Del resto noi viviamo di improvvisazione. Nelle prove siamo un disastro. A volte non le facciamo nemmeno. Poi, quando si sale sul palco, ecco l'adrenalina e la musica ci fa stare bene insieme ai nostri fan».

E quindi non ci si annoia... «Nulla è mai uguale allo show precedente. In questo disco prima di Impressioni di settembre, c'è una meravigliosa melodia inventata da Patrick al basso sul momento e diventata parte integrante dell'esibizione. Sui brani in programma c'è sempre un pizzico di novità».

È l'essenza del progressive rock, anche se i due si smarcano da questa definizione. «I primi due album sono stati veramente progressive, poi abbiamo fatto di tutto, dal jazz alla musica classica, siamo come i pittori impressionisti, facciamo macchie di musica non contorni di genere».

Ciò si nota in tutti i brani, da Photos of Ghosts all'improvvisazione corale di Transumanza Jam passando per La danza dei cavalieri di Prokofiev e naturalmente per l'Overtoure del Guglielmo Tell. «Abbiamo sempre cercato di entrare nello spirito della musica classica, e l'abbiamo fatto cercando di capirne l'anima. Se ascoltavamo Mozart, non cercavamo di imitarlo con chitarra elettrica e batteria, ma cercavamo di aggiungere ai suoi suoni l'essenza della Pfm».

Un'esperienza difficile da spiegare ma che ha portato i suoi frutti, tanto che nel 2019 sono stati chiamati in Messico a suonare con un'orchestra sinfonica con grande successo.

Ma ora è tempo di ripartire: «E di preparare nuove scalette», concludono con entusiasmo Franz e Patrick dopo un bicchiere di vino.

Infine, a margine Franz Di Cioccio ha commentato le accuse dalla figlia Elena contenute nel libro Cattivo sangue, uscito ad aprile, che racconta anche molti particolari del loro rapporto: «Ha detto cose che non stanno né in cielo né in terra».

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