Complice le gran messe di eventi che ne celebrano il decennale della scomparsa, la memoria di Fabrizio De André è più viva che mai. Per rendersene conto è sufficiente scorrere le classifiche di vendita (addirittura tre lavori a suono nome hanno fatto capolino nella top 10!) piuttosto che le code di visitatori per assistere alla mostra a lui dedicata a Palazzo Ducale di Genova.
È dunque ancora tanta la voglia di ascoltare e riascoltare la musica e i testi di De André - a detta di molti, il meglio di quanto potesse produrre la scuola dei cantautori e, cioè, di quella accolita di musici e cantastorie «maestri» nell'intrecciare e rendere compatibili musiche mai banali e scritture altamente poetiche -, per cui è facile prevedere un gran pienone domani sera, lunedì 16 febbraio, al Rolling Stone di corso XXII Marzo 32 (ore 21, ingresso 20 euro) dove si terrà la quarta edizione di «Buon compleanno Faber», l'evento-omaggio, giunto alla sua quarta edizione, di cui è ideatore e roboante motore Franz Di Cioccio, mitica batteria e voce della Premiata Forneria Marconi, la band prog-rock milanese che, proprio 30 anni fa, diede vita a un poker di mitici concerti assieme al cantautore genovese. «È il mio e il nostro modo per ribadire l'imperituro amore verso Faber, per dirgli buon compleanno. È giusto ricordarlo nel giorno della sua scintilla, perché quella scintilla ha illuminato il mondo con la sua poesia - puntualizza Di Cioccio -. Ancora oggi leggi i suoi testi, veri e propri affreschi, cerchi risposte e le trovi. Andava contro lo stabilito e il prestabilito, era una voce fuori dal coro, è stato uno dei più grandi poeti del Novecento e ci ha permesso di condividere un tratto di strada, con la sua forma-canzone».
Uno scambio quest'ultimo dal quale la Pfm ha ricevuto la consapevolezza dell'importanza del testo e De André, invece, ha preso coscienza della sua potenzialità di musicista. «Questa edizione di "Buon compleanno Faber", al solito patrocinata dalla Fondazione Fabrizio De André presieduta da Dori Ghezzi, regalerà una versione del suo repertorio dall'impronta mai così rock e blues», rivela il leader della Pfm che, e ci tiene a sottolinearlo, ricorda come l'intero incasso del rendez-vous sarà devoluto all'associazione Alzheimer Italia, «una malattia spesso sottovalutata e forse ancora oggi un po' sconosciuta». Sarà per altro una serata particolarmente affollata, perché saranno in molti a volersi misurare con la musica e le storie di De André, nel segno dell'eterogeneità e delle collaborazioni e degli incroci a sorpresa. Con il supporto della band residente, gli Slow Feet, in cui militano assieme a me, Lucio Fabbri, Vittorio De Scalzi (La Leggenda New Trolls), Paolo Bonfanti e Reinhold Kohl, si alterneranno, per esempio, la giovanissima e bravissima L'Aura e un'istituzione del musica dei miei anni come Roby Facchinetti dei Pooh, che canterà «La canzone di Marinella»; Cristiano Godano dei rocker Marlene Kuntz, alle prese con un'intrigante versione di «Andrea», e Beppe Dettori dei Tazenda, chiamato ad appropriarsi, lui sardo, di «Zirichiltaggia». E ancora, ci saranno Cesareo di Elio e Le Storie Tese, Fabrizio Moro, Massimo Di Cataldo, Max Manfredi, Giulia Ottonello, Vic Vergeat, Ania, i Cluster, Napo, Max Manfredi, La Leggenda New Trolls e, ciliegina sulla torta, la PFM rafforzata da Ellade Bandini alla batteria.
Cosa ne penserebbe lui, De André, così schivo e riservato, al limite della timidezza, delle grandi celebrazioni che ovunque gli vengono tributate? «Fabrizio non era solo così - chiosa Di Cioccio - era anche ironico e le collaborazioni non gli dispiacevano. Come tutti, poi, provava piacere nel vedere e ad ascoltare la propria musica riletta e interpretata da altri».
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