Più laureati (e più analfabeti)

Stefania Scarpa

Una provincia con più laureati e più analfabeti, solidale e con un reddito pro capite buono ma mal distribuito. È un quadro con molte contraddizioni ma complessivamente con più luci che ombre quello che esce dal terzo Rapporto Eures sulla qualità della vita nell’hinterland di Roma presentato ieri a Palazzo Valentini dal presidente della Provincia, Enrico Gasbarra, dall’assessore al Lavoro e qualità della vita, Gloria Malaspina e dal presidente dell’Eures, Fabio Piacenti. Il Rapporto è stato realizzato su un campione di 1.075 cittadini residenti nel territorio provinciale, esclusa la Capitale, distribuito in 59 dei 120 Comuni della Provincia e composto per il 52,4 per cento da donne e per il 47,6 per cento da uomini.
Istruzione. In quindici comuni della Provincia di Roma il terzo Rapporto Eures ha rilevato un aumento del numero degli analfabeti, fenomeno collegabile ai fenomeni migratori. Tra questi la variazione più elevata appartiene a Velletri (più 0,9 per cento, pari a 441 persone). Per contro, il grado di istruzione raggiunto dai cittadini residenti nella provincia di Roma è più alto che altrove. I laureati raggiunge sono il 12,3 per cento, nettamente superiore a quello nazionale (7,5) e delle altre città metropolitane: basti pensare che al secondo posto c’è Bologna con il 10,7. L’elevata diffusione di laureati caratterizza tuttavia la sola città di Roma (14,9 per cento), risultando decisamente più contenuta in provincia (6,5).
Benessere. I meno ottimisti sono i giovani. Il 48,6 per cento dei romani tra 18 e 29 anni immagina che il proprio livello di benessere sarà inferiore a quello della generazione precedente. Soltanto il 26,6 per cento lo immagina superiore, mentre il 14 lo prefigura sostanzialmente uguale. Tra gli «over 30» il 42,6 per cento è convinti di vivere meglio dei propri genitori, il 24 peggio e il 24,9 allo stesso modo. Un dato che, secondo l’Eures, conferma la generale sfiducia che i giovani dimostrano verso le istituzioni, la politica e la stessa società civile.
Solidarietà. I cittadini della Provincia di Roma sono solidali soprattutto verso le persone disabili e le ragazze madri, hanno un radicato senso della comunità e molta fiducia nella società civile, donano il sangue, fanno volontariato e partecipano alla vita pubblica. L’atteggiamento dei cittadini della Provincia di Roma, secondo i risultati della ricerca, muta però di fronte a alcolisti, omosessuali e prostitute, nei confronti dei quali si dimostra meno solidarietà. Le resistenze aumentano nei casi di tossicodipendenti, nomadi, ex detenuti e transessuali. Sono queste ultime quattro categorie, che gli intervistati sembrano considerare corresponsabili della propria condizione di disagio, a presentare le maggiori criticità.
Comunità. Radicato è poi il senso della comunità: il 56,5 per cento del campione riconosce nel comune di residenza una comunità fondata sulla solidarietà e sulla partecipazione. Il 62 per cento degli intervistati dichiara infatti di aver prestato aiuto ad una persona in difficoltà, il 27 di aver svolto attività di volontariato e il 23,1 di aver donato il sangue. La propensione alla partecipazione sociale si riscontra invece nel crescente interesse verso la vita locale: il 73 per cento afferma di aver partecipato nell’ultimo anno a feste, sagre e manifestazioni tradizionali, civili o religiose nel proprio comune. Buone anche le percentuali dei cittadini che hanno preso parte a un comizio (43), hanno aderito ad una raccolta firme (35) o a un dibattito politico (29,8).
Reddito. Se la provincia di Roma si attesta al di sopra della media nazionale con una media di circa 12mila euro di reddito per abitante e di poco più di 30mila per famiglia (Roma tra le grandi città è dietro a Milano e Bologna e in linea con Torino e Genova), emergono molte differenze tra la metropoli e i comuni minori. In provincia, il reddito medio è di 8.815 euro pro capite nei centri con oltre 15mila residenti, di 8.144 in quelli della fascia 5-15mila e di 7.061 in quelli al di sotto dei 5mila abitanti. A livello comunale, il reddito più alto si rileva a Formello (14.142 euro pro capite), seguito da quello di Roma (13.637), Mentana (13.463) e Grottaferrata (12.671). I valori minimi si registrano invece a Vallepietra (4.745), Bellegra (5.224), Poli (5.540), Lariano (6.674) e Artena (5.684).

Il 40,4 per cento degli intervistati lamenta però un peggioramento del livello di benessere economico negli ultimi cinque anni, con conseguente contrazione dei consumi. La famiglia (nel 74,2 per cento dei casi) rimane il principale punto di riferimento cui rivolgersi in caso di difficoltà economiche, seguita da amici, colleghi, istituzioni pubbliche e servizi privati.

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