«Più telecamere nei carruggi per rendere la città più sicura»

Entro il 15 sgomberato il campo nomadi nell’ex area Miralanza

Genova, città sicura: dibattito sempre aperto. A cominciare dalla situazione-nomadi. Lo sgombero del campo nell’area ex Miralanza (dove si trovano una sessantina di persone) e l’aumento dei controlli delle forze di polizia nella zona della Maddalena, sono stati i due temi al centro del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza che si è tenuto ieri. Alla riunione, presieduta dal prefetto Anna Maria Cancellieri, oltre al questore Salvatore Presenti ed ai vertici dei Carabinieri e della Guardia di finanza, hanno partecipato anche gli assessori comunali alla Città sicura Francesco Scidone e alle Politiche socio-sanitarie Roberta Papi. Per quanto riguarda l’area ex Miralanza, si prosegue col monitoraggio e si stanno organizzando i servizi di accoglienza per le famiglie con figli minori in vista dello sgombero che dovrebbe essere effettuato entro il 15 giugno.
Intanto, i dati e l’impegno sul territorio delle forze dell’ordine dimostrerebbero che Genova è effettivamente più sicura. Lo spiega il questore Salvatore Presenti. «Una città che può dirsi sicura anche se ci sono delle criticità che non vanno sottovalutate e su cui il nostro impegno è costante».
Eppure i cittadini si sono lamentati molto per l’emergenza sicurezza.
«Ma con le lamentele è cresciuto molto anche l’avvicinamento della gente con la polizia. Noi crediamo fortemente nel progetto di polizia di prossimità, di cittadini in costante dialogo con le forze dell’ordine».
Quali rimangono le zone di Genova più colpite dalla microcriminalità?
«I nostri occhi sono puntati sul centro storico ma anche su alcune zone del ponente. Diciamo che se la città nel suo complesso si può considerare sicura, esistono delle zone in cui emergono criticità forti»
E la polizia come pensa di tenere sotto controllo questi fenomeni?
«Innanzitutto con il monitoraggio del territorio, soprattutto di notte abbiamo intensificato il numero delle pattuglie che girano nell’orario compreso tra l’una di notte e le sette del mattino. Ma lavoriamo anche su progetti di prevenzione al crimine che riteniamo importanti».
Qual è il progetto che ritiene più indispensabile?
«Credo si debba continuare con l’installazione delle telecamere in diversi punti della città».
Ma spesso le telecamere non funzionano.
«Con la visita del Papa siamo riusciti a rimetterle tutte in funzione e adesso, grazie al patto per la sicurezza, abbiamo stabilito di aumentare il monitoraggio per fare in modo che rimangano tutte attive».
Parlava della visita del Papa. Un intervento massiccio da coordinare.
«È stato un lavoro gestito molto bene e di cui andiamo fieri proprio per la complessità e le dinamiche che ha avuto».


Per avere più sicurezza ci vorrebbero più poliziotti. E’ un’idea di molti questori. Anche la sua?
«Gioco con le carte che ho in mano e non mi lamento. Cerchiamo di razionalizzare il più possibile e credo che il lavoro svolto non sia così male».

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