Per fare un film corale, non basta fare la lista, pure cara, della spesa al supermarket. Occorre avere un'idea di base, inserire perfettamente i meccanismi delle varie storie che inevitabilmente si intrecciano, annoiare il meno possibile lo spettatore. Per capire come riuscirci, vi basti guardare una pellicola di Altman. Invece, Capodanno a New York, strombazzato ensemble firmato da Garry Marshall è tutto all'opposto. Intorno allo scoccare della mezzanotte che unisce varie vicende di «attoroni» che girano per le strade di New York, regna lo sbadiglio in sala. Certo, colpa della sceneggiatura che non conquista ma anche di un regista che, sopravvalutato, non riesce ad orchestrare al meglio tanti solisti così importanti. Il risultato è peggio di un cinepanettone nostrano dove, almeno, si ride e a costi di produzione minori. Il pubblico genovese, forse fiutando la «sola», è stato abbastanza alla larga da questo Capodanno a stelle e strisce preferendo altri titoli meno ambiziosi ma più efficaci. Il sesto posto in classifica dimostra che anche nel cinema, come nel calcio, non basta mettere insieme tanti campioni per fare una grande squadra. Occorre saperli amalgamare al meglio, affidando ad ognuno il ruolo migliore. O cambiare allenatore, pardon, regista.
I più visti a Genova nellultima settimana:
1) Sherlock Holmes: gioco di ombre; 2) Il gatto con gli stivali; 3) Vacanze di Natale a Cortina; 4) Finalmente la felicità; 5) Midnight in Paris; 6) Capodanno a New York; 7) Le idi di Marzo; 8) Il figlio di Babbo Natale; 9) The Artist; 10) Il principe del deserto.
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