Il pianista che piaceva a Mulligan

Franco Fayenz

A Milano, lungo il Naviglio Pavese, c’è un club musicale che quest’anno festeggia il quarto di secolo di attività. Si chiama Scimmie: il nome insolito è dovuto a una «cattiveria» del fondatore tuttora regnante, Sergio Israel, che si ricordò di una frase di Friedrich Nietzsche secondo la quale «l’uomo è più scimmia di tutte le scimmie». L’altra sera erano di scena la cantante Patrizia Conte con Nando De Luca pianoforte, Roberto Piccolo contrabbasso, l’illustre senatore Gianni Cazzola batteria, e il trio del pianista Mario Rusca con Lucio Terzano contrabbasso e Michele Salgarello batteria: tutti nomi di spicco del jazz italiano. Patrizia Conte, in particolare, merita maggiore notorietà e considerazione di altre voci più fortunate: è dotata di timbro bluesy bello e forte, unito a fraseggio e pronuncia eccellenti. Rusca è come sempre il pianista versatile e ricco di fantasia che fu prediletto da Joe Venuti e da Gerry Mulligan, sebbene i maggiori teatri abbiano memoria corta.

Si sono ascoltate ottime interpretazioni creative di brani standard: fra gli altri Just Friends, Tenderly, On Green Dolphin Street, Over the Rainbow in sala e Love Letters, Azzurro, Day of Wine and Roses nel barcone. Cinque anni fa, Scimmie celebrò il ventennale con un bel cd e tante altre iniziative. Questa volta farà di più, a cominciare dai cd che saranno tre.

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