Il momento più difficile è quando deposita l'ultima nota di una sua esecuzione nel ventre del pianoforte: se il «viaggio musicale» è stato particolarmente impegnativo, non è raro vederlo abbandonare controvoglia i tasti d'ebano e avorio. Una carezza di ringraziamento, ma anche la sottile inquietudine per il fatto di dover rientrare nel mondo delle parole. In quel dispendioso dedalo di aggettivi e convenzioni grammaticali dove è tutto più difficile, mentre basterebbero due note per spiegare ogni cosa, e al meglio, di sé. Giovanni Allevi è così, è un timido che, non si fosse imbattuto in quel compagno di vita così ingombrante (al punto da non poterselo tenere nemmeno in casa, si esercita altrove, molto spesso nella sua sala prove preferita: la sua testa) forse avrebbe vissuto da esule spirituale in questo mondo materiale. Ma il pianoforte c'è. E dunque il mondo di cui sopra di Giovanni Allevi si è accorto, eccome. Un disco d'oro conquistato con un album strumentale - Joy, registrato lo scorso agosto in 5 sessioni da 10 ore ciascuna, nel cuore di un tour legato all'album precedente, No concept - è privilegio per pochi: c'è chi per ottenere lo stesso risultato, e scalare le classifiche, si vende un pezzo per volta. Poi, un giorno si guarda allo specchio e ci vede un mercante di melodia plastificata. Allevi, invece, è capace di diventare una star giovanile traghettando la grande tradizione classica - echi di Bach, Liszt, Rachmaninov - negli scatti ritmici di un messaggio che funziona qui, ora, oggi. Su un ipod di uno studente come tra le austere mura di un conservatorio. Vai a capire come fa. Chi, più che capire, vuole ascoltare come fa sarà lunedì al Teatro Smeraldo, per il concerto milanese, già sold out, nel quale il musicista di Ascoli trapiantato a Milano («la città dove si sono realizzati i miei sogni») offre il repertorio dell'ultimo album Joy. Dopo di ché, tutto è pronto per tornare al tempio del jazz mondiale, il Blue Note di New York (21 maggio, per lui è la terza volta), e poi in Estremo Oriente, Cina e Giappone. Il 30 marzo, invece, Allevi sarà a Gioia del Colle (Bari) a ritirare - quale «musicista rivelazione della musica italiana contemporanea» - il Magna Grecia Award, dedicato a quegli artisti capaci di «creare nuove forme culturali e comunicative». Sullo spartito, tutto questo si chiamerebbe «crescendo». Lui che dice? «Che tutto ciò che mi sta accadendo viene dalla musica - spiega Allevi - ed è straordinario. Non ho certo dimenticato i giorni in cui cercavo di propormi e trovavo solo porte chiuse, ecco perché devo e voglio restare fedele solo a lei, alla musica». Questa fedeltà è stata intuita anche da un'istituzione della grande musica, i leggendari Berliner Philharmoniker, pronti a collaborare col musicista marchigiano: «A fine 2007 - prosegue Allevi - eseguirò con i Berliner un mio concerto per pianoforte e orchestra. A dire il vero, di concerti ne ho già composti due ma uno è, come dire, ineseguibile per complessità».
E dunque? «Dunque aspetto il giorno in cui, chissà, un virtuoso classico vorrà suonarlo». Perché il «crescendo», volendo, non ha mai fine.Giovanni Allevi
teatro Smeraldo ore 21
ingresso: 38,50-27,50-16,50 euro
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.