da Roma
«Lequivalente di una manovra finanziaria». Lobiettivo del ministro della Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, è ambizioso: un taglio dei costi della burocrazia per le piccole e medie imprese italiane che potrebbe raggiungere i 25 miliardi di euro entro il 2012.
«Tutto nasce dallEuropa - ha spiegato il ministro ieri in una conferenza stampa congiunta con il collega del Welfare Maurizio Sacconi - e dal programma di Lisbona che indica una riduzione degli oneri burocratici e amministrativi per le imprese». Gli Stati membri dovranno monitorare la situazione e arrivare a un taglio del 25% entro il 2012. Le stime dei tecnici di Bruxelles forniscono, per lItalia, cifre rilevanti: il costo della burocrazia pesa sulle aziende per circa il 4,6% del Pil (circa 75 miliardi di euro). Ipotizzando la riduzione del 25% (17 miliardi), si potrebbe raggiungere a regime, tra quattro anni, un impatto positivo sul pil di 70-75 miliardi ai quali corrisponderebbero analoghi tagli ai costi impropri.
Ma da una prima analisi, ha aggiunto Brunetta, «si tratta di una stima per difetto e quindi ipotizziamo una cifra più ampia». Se, come è prevedibile, gli oneri dovessero avvicinarsi ai 100 miliardi, «i tagli salirebbero da circa 17 a 25 miliardi fino al 2012».
Il governo, tuttavia, si è già attivato per raggiungere questo importante traguardo e nella manovra triennale (il dl 112, ndr) ha già introdotto alcune semplificazioni in materia di lavoro che dovrebbero determinare un risparmio annuo di 4,1 miliardi di euro. «È solo linizio di un percorso», ha precisato il ministro Sacconi ricordando che nel suo ambito di intervento «cè una forte incidenza sulle imprese degli oneri che derivano dal lavoro (circa 7 miliardi) e dalla previdenza (circa 3). Il decreto legge produrrà effetti per 3,5 miliardi che si sommeranno ai 511 milioni di minori oneri previsti dalla Finanziaria 2007 del governo Prodi. I dati forniti dai ministeri (sulla materia ha lavorato anche il dicastero della Semplificazione guidato da Roberto Calderoli, ndr) hanno evidenziato che un risparmio consistente (un taglio del 56%) arriverà dagli interventi sui libri paga: i costi passeranno infatti da 6 a 3,3 miliardi. Labolizione del libro matricola (taglio del 100%) determinerà minori costi per 165 milioni, mentre altri 500 milioni proverranno dallabrogazione della comunicazione di assunzioni e cessazione di rapporto di lavoro. Il tutto per un risparmio complessivo di 4,085 miliardi su una spesa che con le vecchie procedure era di quasi 7 miliardi.
«Gli interventi - ha concluso Sacconi - ci consentiranno di liberare il lavoro e le imprese senza però diminuire le tutele ma anzi garantendo un rispetto delle regole superiore». Insomma, ha chiosato Brunetta, «queste norme fanno bene a tutti: alle imprese, al lavoro, al fisco, alla produttività e alla competitività del Paese. Fanno male invece alla cattiva burocrazia, ma questo non ci importa». Senza dimenticare che con un leggero incremento annuo dei risparmi già conseguiti è sostanzialmente raggiunto un primo obiettivo di 20 miliardi di tagli agli oneri.
Lazione dellesecutivo, comunque, proseguirà nei prossimi mesi. Ulteriori provvedimenti sono stati messi in cantiere e riguarderanno gli adempimenti alle normative in materia di privacy, ambiente e paesaggio.
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