Economia

Piano anti-crisi, Obama sollecita il Congresso: non c'è tempo da perdere

Il presidente  sollecita il Congresso ad approvare il piano di stimolo economico che mira a creare 4 milioni di posti di lavoro: "Non c’è un minuto da perdere". Poi telefona a Berlusconi: "Presto un incontro"

Piano anti-crisi, Obama 
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Washington - Il presidente Barack Obama ha sollecitato il Congresso ad approvare al più presto il piano di stimolo economico. Il piano mira a creare quattro milioni di posti di lavoro. Obama ha detto che contiene la più massiccia iniezione di fondi destinati alla infrastruttura Usa dall’epoca del presidente Eisenhower. "Abbiamo in America troppi programmi da completare e troppe necessità in attesa di essere soddisfatte. Non c’è un minuto da perdere".

La via del compromesso Mentre i rappresentanti di Camera e Senato sono al lavoro per trovare un compromesso sulle versioni del piano di stimoli all’economia approvate nelle due camere del Congresso, il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha ribadito la necessità di fare in fretta. "Voglio avere la versione finale del piano sulla mia scrivania per poterla firmare in legge e fare in modo che gli americani possano trarne beneficio", ha detto Obama parlando da Springfield, in Virginia, dove ha visitato una fabbrica in compagnia del governatore democratico dello Stato Tim Kaine. "Non serve un grande sforzo per capire che l’approvazione del piano è urgente ed essenziale per la ripresa". 

I dubbi sul piano anti-crisi Tanti dubbi e perplessità, su un piano che avrebbe dovuto portare un pò di certezze in questo periodo turbolento che i mercati finanziari globali stanno vivendo, e che invece ha provocato maggiore confusione. È questo il giudizio impietoso che molti analisti danno alla manovra di aiuti a favore delle banche stilata dal governo di Obama, e presentata dal segretario al Tesoro americano Timothy Geithner. Una manovra che potrebbe costare fino a 2mila miliardi di dollari e che, nonostante questo, manca di dettagli; tanto che lo stesso Richard Shelby, repubblicano numero uno della commissione Bancaria del Senato, ha detto senza mezzi termini che Geithner "ha sprecato il tempo del Congresso", parlando per tre-quattro ore di una manovra che ha innescato una nuova ondata di interrogativi.

La reazione dei mercati Così deve aver pensato anche la comunità degli investitori, che ieri ha assaltato Wall Street con le vendite, con gli indici azionari Usa che hanno vissuto la seduta peggiore dall’insediamento di Barack Obama alla Casa Bianca. I mercati sono crollati di quasi il 5%, scontando l’assenza di indicazioni più precise soprattutto sul fondo di natura sia pubblica e privata, che dovrebbe secondo Geithner acquistare gli asset più rischiosi e tossici delle banche. Passata la bufera, oggi la performance dei mercati è decisamente migliore, con gli indici che viaggiano in territorio positivo. Ma i dubbi rimangono. Di fatto, il fondo di cui ha parlato ieri il segretario al Tesoro ha sostituito quella bad bank su cui Wall Street aveva scommesso tanto nelle precedenti sedute: una banca che avrebbe visto il governo americano, secondo le indiscrezioni trapelate nei giorni scorsi, acquistare direttamente gli asset più rischiosi degli istituti. E che prenderà ora a quanto pare le sembianze di un fondo che avrà lo stesso obiettivo, ma che prevede allo stesso tempo la partecipazione degli investitori privati.

In che modo, però, l’amministrazione non lo ha spiegato.

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