Roma - «Quando l’edilizia va, tutto va». La ricetta del governo - un piano casa per rilanciare l’economia - non dispiace persino a Nomisma, il centro studi e ricerche fondato da Romano Prodi. È una ricetta che presenta «indubbi vantaggi», si legge nel rapporto sul mercato immobiliare reso noto ieri. Si tratta, spiega Nomisma, di innescare «in modo diffuso e compatibile le attività della filiera costruzioni-immobiliare», che in Italia occupa direttamente 2 milioni e 40mila unità (quasi 4 milioni con l’indotto) e che contribuisce alla formazione del Pil in musura superiore al 12%. «Il piano bisogna conoscerlo meglio - spiega il presidente di Nomisma, Gualtiero Tamburini - ma l’idea che si rimetta in moto un circolo virtuoso è positiva e condivisibile».
Del resto, la fotografia del mercato immobiliare scattata da Nomisma è indubbiamente buia. Nel 2009 i prezzi delle case nel nostro Paese potrebbero scendere dell’8,5%, «il calo più rimarchevole registrato dal 1998 in poi». È da oltre un decennio, cioè dal ’97, che non si vede in Italia una discesa dei prezzi degli immobili. E quest’anno dovrebbe andar male anche il mercato degli affitti, con un calo del 5% dei nuovi canoni. Soltanto quattro mesi fa, il centro di analisi bolognese stimava un calo assai più limitato dei prezzi delle compravendite (-1,5%), mentre adesso parla dell’8,5% quest’anno e di un altro calo, anche se molto limitato (-0,3%) nel 2010. Le compravendite sono in forte diminuzione: il 2008 si è chiuso con un -15,1% per quanto riguarda le abitazioni, con un -15,5% per quanto riguarda gli uffici. La riduzione più marcata delle transazioni è giunta da ottobre in poi, subito dopo il fallimento della banca Usa Lehman Brothers. A fine anno il ritmo delle compravendite è sceso del 20%. Il fatturato del mercato immobiliare potrebbe così scendere dai 138 miliardi di euro del 2007 ai 104 miliardi di quest’anno.
Quanto potrebbe arrivare se non una ripresa, almeno una stabilizzazione del mercato? Secondo Nomisma, non prima del 2010.
Del resto, lo scorso anno i prezzi delle case in Italia hanno registrato cali contenuti, laddove si registravano forti cali, se non addirittura crolli, in altri Paesi come Stati Uniti, Gran Bretagna, Irlanda e Spagna. Da notare infine che gli acquirenti ricorrono meno ai prestiti delle banche, ma attingono per il 57,5% del totale alla propria liquidità (probabilmente ritirata dalla Borsa e in genere dagli investimenti mobiliari).- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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