«Il piano-casa può essere il volano per rilanciare l’economia nazionale»

Renato Brunetta, ministro per la Pubblica amministrazione ed economista, la Bce e la Commissione Ue affermano che «il peggio sembra passato».
«Ho letto le 247 pagine del Bollettino con molta attenzione e quello che emerge è molto chiaro: pur con grande cautela, la Bce si spinge a dire in maniera esplicita che “la recessione sta raggiungendo il punto di svolta”. È un fatto di grande significato».
In Francia e Germania il pil è tornato a crescere. La Bce stima un tasso di inflazione in aumento da fine anno: un segnale di ripresa?
«Sì. La cosa peggiore è la deflazione, quel freddo mortale che vuol dire che l’economia è al collasso. Questo per noi è un bellissimo segnale perché abbiamo vissuto la crisi meglio degli altri. Da noi gli ammortizzatori sociali hanno funzionato meglio e ha tenuto il tessuto economico-sociale».
Quali numeri sostengono queste affermazioni?
«Al netto di 500mila cassintegrati a zero ore, che rappresentano il costo della crisi e percepiscono il 90% del reddito, contiamo 14 milioni di occupati che hanno visto aumentare il proprio potere d’acquisto a fronte di un andamento dell’inflazione sotto l’1% negli ultimi mesi. Lo stesso vale per 16 milioni di pensionati. Sono stato svillaneggiato dall’opposizione per questo, ma per 30 milioni di persone la situazione è migliorata».
Nel Bollettino si legge che alla maggiore richiesta di prestiti delle famiglie non corrisponde altrettanto credito alle imprese.
«La liquidità c’è, non c’è altrettanta volontà da parte delle banche. Anche perché stanno preferendo una strategia in due tempi: prima risanare i conti “acciaccati” e poi ricominciare con l’espansione del credito».
Potrebbero sbilanciarsi di più?
«L’andamento in Borsa dei principali istituti è buono e così le prospettive di profitto. Non si sa, però, quale sia l’esatta dimensione della stretta. Dalle lamentazioni delle pmi sembrerebbe elevato, ma bisogna fare la tara».
L’unico segnale negativo arriva dal mercato del lavoro.
«C’è un effetto inerziale: anche se il ciclo cambia segno, ci saranno ancora alcuni mesi nei quali i dati peggioreranno. Come la crisi non s’è vista nel 2008, così ci sarà un ritardo di tre-sei mesi per l’occupazione».
Quali politiche bisognerebbe attuare per agganciare la ripresa?
«In Italia si potrebbe costruire un modello nuovo di sviluppo. Se il potere d’acquisto latente che si è formato nei dodici mesi di bassa inflazione ed è finito in risparmio venisse scaricato sui consumi durevoli, potremmo gestire questi mesi delicati in una maniera straordinaria».
Quale potrebbe essere il catalizzatore?
«La chiave più rilevante è la casa. Qui dovrebbe trovare esplicitazione il piano del governo. Nel 2010 dovremo concentrare il massimo sforzo perché la casa è il bene durevole che più convince le famiglie. Più ristrutturazioni, più ampliamenti, più acquisti di immobili ex-Iacp: se noi riuscissimo a concentrare e a favorire nei prossimi 6-12 mesi questi investimenti immobiliari, avremmo dato la botta più rilevante al reddito nazionale. Trenta milioni di famiglie, spaventate dalla Borsa, sulla ristrutturazione e sull’ampliamento della casa sono disposte a rischiare anche 30mila euro».
Perché?
«La ripresa dei consumi durevoli e degli investimenti legati alla casa è il catalizzatore dei coefficienti di attivazione dell’edilizia che riguardano tutto il lavoro autonomo, che è quello che ha più sofferto dalla crisi. Se tutto il potenziale si dispiegasse, avremmo la copertura del semestre più difficile e daremmo lo slancio al 2010. L’intuizione del piano casa di Berlusconi era straordinaria proprio perché in funzione anticiclica ed è stata frenata dalla miopia delle Regioni».
Francoforte invita a ripianare il disavanzo quando ci sarà la ripresa.
«Se depurassimo il tendenziale del deficit dagli effetti della crisi, saremmo già sotto il 3%. Quando la svolta sarà strutturale si definirà una exit strategy, cioè si ricomincerà con le politiche di rigore per evitare un aumento dell’inflazione. Se le cose andranno come dice la Bce, la crisi sarà durata 18 mesi con gli effetti positivi di “ripulitura” di tutti i mercati. L’unico timore è un nuovo aumento dei prezzi delle materie prime».
L’opposizione, comunque, vi attacca
«Dimostra ancora una volta che non ha un’idea, non studia e non ha coraggio. Ci viene proprio da piangere ma ce ne faremo una ragione».
Il Tesoro evidenzia che le pensioni di invalidità sono 2 milioni e al Sud sono il doppio che al Nord.

Si può fare qualcosa o no?
«Il Sud si aiuta anche con la lotta alla corruzione e agli sprechi. È compito mio con la battaglia sulla trasparenza. Ben vengano i monitoraggi sulle false pensioni, ma serve anche una responsabilizzazione della politica e della società civile».

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