«Il piano nucleare va avanti e Berlusconi ne è il garante»

«Il massimo garante è il presidente Silvio Berlusconi. Nel nostro programma c’è il nucleare e se i programmi hanno un senso, bisogna attuarli». Stefano Saglia, sottosegretario al ministero dello Sviluppo economico con delega all’energia, non ha dubbi: «Si va avanti, anche dopo le dimissioni del ministro Claudio Scajola».
Che stava per fare alcune nomine, bloccate dopo la sua uscita di scena travolto dal ciclone Anemone & C.
«Non è proprio così, e questo non frena il nostro percorso verso la realizzazione del nucleare. Le società coinvolte continueranno a lavorare con gli attuali amministratori. Piuttosto si tratta di un atto di cortesia verso il ministro che verrà. Una volta nominato, toccherà a lui fare determinate scelte che stava per fare Claudio Scajola. Tutto questo non bloccherà il nostro percorso. La decisione è stata assunta e il governo intende usare uno dei disegni di legge attualmente in preparazione per completare il quadro delle regole e degli strumenti per ripartire. Quindi nessun collegamento diretto con i lavori in corso».
A che punto siamo?
«Stiamo lavorando alla strategia nucleare, l’atto individuato dal Parlamento che dovrà essere completato entro la fine di giugno. Noi siamo determinati a rispettare i tempi. Aggiungo che lavoriamo in perfetta sintonia con i ministeri dell’Ambiente e delle Infrastrutture. E, nonostante qualche difficoltà, anche con l’Agenzia per la sicurezza nucleare».
Il tema nucleare è di grande impatto sull’opinione pubblica, soprattutto per quanto riguarda l’individuazione dei siti. La Tav insegna: ha scatenato un vero e proprio putiferio...
«I siti verranno proposti al governo dalle aziende chiamate a realizzare le centrali dopo un passaggio per l’Agenzia per la sicurezza. Credo che le domande degli operatori cominceranno ad arrivare non prima del maggio 2011. Ma già dal prossimo autunno la stessa Agenzia dovrà definire le caratteristiche delle possibili aree. Poi daremo il via alla campagna di comunicazione vera e propria. Tuttavia ritengo inutile e dannosa una contrapposizione ideologica tra coloro che sostengono la scelta del nucleare come soluzione unica del problema energetico e chi invece ritiene che questa soluzione unica debba essere data dalle fonti rinnovabili».
Le centrali saranno otto. E le tecnologie?
«Ci siamo impegnati a fare una delibera proprio sulle tecnologie prima della pausa estiva. Attualmente esiste un accordo, che definirei il più avanzato, Enel-Edf. Tuttavia sarà il Consiglio dei ministri a stabilire quali saranno le tecnologie che adotterà l’Italia».
Nel settembre scorso, a Washington, Scajola firmò un memorandum sulla cooperazione nucleare con il segretario di Stato, premio Nobel, Steven Chu.
«In effetti si tratta di un accordo molto importante per la ricerca e lo sviluppo nel campo del nucleare civile.

Subito dopo la firma del memorandum Scajola visitò la centrale nucleare Westinghouse di Beaver Valley (Pittsburg). Certamente arriveranno proposte anche dagli Stati Uniti e dalla Russia. Saranno molto utili per le nostre riflessioni e quindi per le nostre scelte definitive».

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