Roma

Il piano regolatore può ripartire

Sull’urbanistica si torna finalmente a parlare di certezze, grazie a una decisione del Consiglio di Stato che ha accolto i ricorsi presentati dagli enti locali, dando sostanzialmente il via libera definitivo al nuovo Piano regolatore generale che la città attendeva da quasi cinquanta anni. Lo strumento urbanistico era stato parzialmente “mutilato” cinque mesi fa da una sentenza del Tar del Lazio che aveva accolto parzialmente l’impugnazione di un privato, annullando in alcune parti gli atti relativi all’adozione e alla successiva approvazione del Prg.
La sentenza della quarta sezione del Consiglio di Stato è stata depositata martedì scorso, a poco più di un mese dall’inizio dell’esame dei ricorsi del Campidoglio, della Regione e della Provincia di Roma. «È evidente – scrivono, tra l’altro, i giudici di Palazzo Spada nella motivazione della decisione - che l’intera operazione posta in essere dal Comune di Roma con il varo del nuovo Prg, appare rispettosa dei limiti posti dalla legislazione statale alla potestà regolamentare riconosciuta ai Comuni nelle materia di propria competenza dall’ultimo comma dello stesso articolo 117 della Costituzione».
Un sospiro di sollievo per tutte le amministrazioni locali e commenti unanimemente positivi per una decisione che cancella dubbi e incertezze e consente di attuare gli strumenti operativi per avviare l’atteso sviluppo urbanistico della città. «Siamo molto contenti di questa sentenza - ha detto il sindaco Gianni Alemanno - perché ripristina il valore sociale e urbanistico del Piano regolatore che genera una crescita di circa 5 miliardi di euro in valorizzazioni». Risorse derivanti dal contributo economico pagato dai privati in seguito a operazioni di valorizzazione. «Questa realtà era stata messa in discussione a vantaggio dell’interesse privato - ha aggiunto - con la sentenza, ora il Consiglio di Stato ha ripristinato la prevalenza dell’interesse pubblico».
«Sono molto soddisfatto della sentenza - gli ha fatto eco l’assessore all’Urbanistica Marco Corsini -. Finalmente finisce una situazione di incertezza che non giovava al sistema e che aveva rallentato la nostra politica di attuazione del Piano regolatore in funzione dell’interesse pubblico». Corsini ha tenuto a «ringraziare il Consiglio di Stato per la sensibilità e la sollecitudine dimostrata nel dare una pronuncia rapida. Letta la sentenza - ha aggiunto - trovo molto importante il contributo interpretativo del Consiglio di Stato che afferma una visione moderna dell’urbanistica». «Dalla sentenza - ha commentato l’ex assessore all’Urbanistica della giunta Veltroni Roberto Morassut - escono confermate la correttezza delle procedure adottate, la linearità amministrativa e la piena legittimità degli strumenti oeprativi e normativi previsti dal nuovo Piano relativi, in particolare, alla perequazione urbanistica, alla cessione compensativa e al cosiddetto contributo straordinario». In pratica, come hanno spiegato gli avvocati della Regione Lorusso e Capotorto, «gli istituti perequativi hanno la finalità essenziale di consentire il reperimento, attraverso uno scambio concordato con i proprietari interessati alla valorizzazione della loro proprietà a condizioni predeterminate dal piano, le risorse per consentire la adeguata pianificazione e gestione del territorio, dotandolo di quelle infrastrutture che lo qualificano, migliorando la vita dei cittadini».

Anche la Provincia, con l’assessore Michele Civita ha fatto notare che l’aspetto compensativo del Piano «è oggi l’unico strumento, visti gli alti costi degli espropri, per dotare il Comune di aree pubbliche e per reperire le risorse economiche necessarie alla realizzazione di servizi e infrastrutture indispensabili per la qualità della vita dei cittadini».

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