Piano rifiuti, la Provincia si mette in proprio

Un progetto «verde»: esclusa la realizzazione di discariche

Gianandrea Zagato

Obiettivo: smaltire i rifiuti entro i confini della Provincia di Milano. Traguardo possibile solo attraverso una gestione efficiente dell’immondizia che, secondo il nuovo piano dell’assessorato all’Ambiente, si raggiunge applicando la regolina delle «tre erre»: «riduzione degli avanzi alla fonte», «recupero di materia ed energia» e «riuso di materiale proveniente dal riciclo».
«Tre erre» spalmate nella sintesi della relazione del piano provinciale che l’assessore Bruna Brembilla offre per migliorare ulteriormente «la raccolta differenziata sul territorio provinciale ma anche per contribuire all’affermazione di un sistema che parte dai piccoli gesti quotidiani e approda a significative scelte di programmazione e gestione».
Virgolettato accompagnato dalla lettura dei dati economici che, anno 2005, fotografano una produzione pro-capite di 478,3 chilometri di rifiuti al giorno ovvero 7mila tonnellate che, in ventiquattr’ore, potrebbero riempire un campo di calcio alto quattordici metri. Numeri che per gli amanti della statistica si completano con una produzione annua di rifiuti pari a circa due milioni di tonnellate, un incremento di due punti della raccolta differenziata (nel 2005 è pari al 43,57 per cento, che senza Milano sale al 51,26) e, attenzione, una migliore attuazione della differenziata nei Comuni inferiori ai cinquemila abitanti, dove si arriva fino al 59.24 per cento.
Risultati davvero niente male, con tanto di risvolto economico: in Provincia di Milano il servizio di raccolta, trasporto e smaltimento dei «soli rifiuti urbani e assimilati» vale qualcosa come 505, 4 milioni di euro all’anno che, arriva a quota 513,6 con l’applicazione del nuovo piano rifiuti. Realizzazione che nelle tasche dei cittadini lascia qualche euro in più: il costo pro-capite è, infatti, di 110,16 euro ovvero in calo rispetto al 2004. Beneficio economico che, calcolatrice alla mano, fa euro in più euro in meno ben 14,6 milioni di euro: frutto dell’aumento della raccolta differenziata e del conseguente mancato costo di smaltimento di circa 200mila tonnellate.
Domandina: come si garantisce l’autosufficienza provinciale? Risposta: con un impianto di termovalorizzazione del valore di 250milioni di euro. Scelta politica assunta dall’assessorato provinciale all’Ambiente che ha deciso di non «ricorrere a nuove discariche» ma di incrementare gli impianti di compostaggio: sei-sette impianti - entro il 2011 - per un investimento complessivo di circa trenta milioni di euro.


Progetti di un nuovo scenario ambientale che, a regime, comporterà un risparmio di risorse energetiche per più di 75mila tonnellate equivalenti di petrolio l’anno e la riduzione di «emissioni di gas clima alteranti» per circa 230mila tonnellate di anidride carbonica. Ah, naturalmente: ancora i «siti» non sono stati localizzati. Compito lasciato alle Istituzioni.
gianandrea.zagato@ilgiornale.it

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