Le piante? Chiacchierano che è un piacere

Le piante? Chiacchierano che è un piacere

Finora avevamo provveduto noi ad appiccicare loro un linguaggio: banale, inventato, presumibilmente estraneo a quello vero. Attribuendo un significato al colore dei fiori che regaliamo, dando una valenza romantica a certe foglie verdi che teniamo in casa e cose così: roba da biglietti di San Valentino, e da festa della mamma insomma. Il resto lo avevano fatto la fantascienza, i cartoni animati e certi fumetti che da anni inventano erbivori assassini muniti di fauci e di pessime intenzioni, gardenie che coltivano piani criminali e ciclamini voraci muniti di orrende teste snodabili. Tulipani assassini, camelie vendicative, margherite arroganti, rose male intenzionate... Tutta roba di fantasia. In realtà, delle piante, abbiamo sempre avuto un’idea statica e muta. Invece il fatto che anche le piante parlino, e abbiano paura e avvertano il pericolo e insomma provino tutto ciò che vale la pena di essere declinato «a parole», è oggi provato da uno studio inglese. Gli scienziati dell’Università di Exeter, in Gran Bretagna, sono infatti riusciti a registrare, anzi addirittura a filmare, vere e proprie «conversazioni» tra vegetali condotte in un linguaggio ben più complesso e affascinante di quanto non ci aspetterebbe.
I ricercatori hanno scoperto per la prima volta che le piante parlano tra loro per avvisarsi di un pericolo imminente (anche se, conseguentemente all’allarme, viene difficile poter pensare che le «colleghe» riescano a darsela a gambe…). Gli scienziati, coordinarti da Nick Smirnoff, professore di biochimica vegetale, hanno «origliato» una chiacchierata tra cavoli modificati geneticamente. Dopo avere tagliato alcune foglie a un esemplare di Arabidopsis, l’hanno chiuso in una camera sigillata con due cavoli della stessa specie e si sono messi in «ascolto». La scoperta è stata incredibile: il cavolo ferito ha emesso un fitormone, il jasmonato di metile, che è stato captato dalle altre due piante le quali a loro volta hanno propagato lo stesso gas comunicando il pericolo ad altri vegetali. Le piante erano però state modificate per emettere, oltre al gas, la proteina «luciferase» che fa emanare luce: questo ha permesso di registrare i «messaggi».
Il livello della luce era invisibile a occhio nudo, ma è stato fermato con una sensibilissima telecamera in grado di contare i fotoni. Il dialogo tra piante è entrato a far parte di una nuova serie di documentari della Bbc, dal titolo How to Grow a Planet, presentata Ian Stewart. «È affascinante - ha detto Stewart - rendersi conto del fatto che c’è una continua conversazione intorno a noi, come un linguaggio nascosto, che le piante si accorgono chimicamente che c’è qualcosa che accade ad altri. La gente pensa che le piante conducano una vita sostanzialmente passiva, mentre in realtà si muovono, intendono e possono comunicare». Smirnoff, il coordinatore della ricerca, ha spiegato che i vegetali non possono sentire dolore perchè non hanno terminazioni nervose. Gli studiosi devono ancora decifrare come esattamente il cavolo reagisce quando è avvisato di una minaccia imminente.

È possibile, ad esempio, che le foglie ferite rilascino delle sostanze chimiche, probabilmente per innescare una reazione di difesa dell’organismo - ha osservato Smirnoff - o forse per allertare altre foglie della minaccia in arrivo e che altre piante vicine abbiano raccolto il messaggio di allarme.

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