Cronaca locale

Piazza Fontana, imbrattata nella notte la lapide dedicata all'anarchico Pinelli

Vernice rossa sulla lapide affissa dal Comune di Milano e dedicata all'anarchico Pinelli. Atti vandalici che si ripetono in continuazione. Il vicesindaco De Corato accusa l'area antagonista: «Continua a gettare veleno a sostegno di false verità».

Imbrattata nella notte la targa dedicata all'anarchico Giuseppe Pinelli, affissa in piazza Fontana dal Comune di Milano. L'ultimo episodio di vandalismo risale neanche a due settimana fa, con il danneggiamento della lapide al commissario Calabresi in via Cherubini. «L'area antagonista - accusa il vicesindaco Riccardo De Corato - continua a gettare veleno a sostegno d false verità». Nella notte la lapide dedicata a Pinelli è stata segnata con vernice rossa, ma questa mattina è già stata ripulita. L'ultimo blitz in piazza Fontana si era verificato a dicembre, quando la scritta «morto innocente» era stata sostituita con quella «ucciso innocente». «Senza dimenticare - sottolinea De Corato - i continui danneggiamenti alla lapide in via Cherubini dedicata a commissario Calabresi. Atti vandalici ignobili e oltraggiosi che testimoniano la volontà di annullare la verità giudiziaria in favore di una versione distorta dei fatti».
Sono gesti, insiste il vicesindaco, che «spargono un veleno che ormai dovrebbe appartenere al passato e che invece l'area antagonista continua a riportare nel presente, alimentando tensioni e distorcendo la verità che le sentenze dei tribunali hanno scritto e sancito e che l'allora giudice istruttore Gerardo D'Ambrosio ha riconosciuto. È evidente che non c'è alcuna volontà di riappacificazione, nonostante i moniti e l'impegno profuso personalmente anche dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano per far incontrare nel maggio scorso Gemma Capra, vedova Calabresi, e Licia Rognini, vedova Pinelli».

Un momento «importante dal punto di vista storico e morale che certi personaggi scelgono di ignorare, continuando periodicamente a perseguire la strada dei dissidi e di una falsa verità che, però, nessun imbrattamento può modificare».

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